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Il Buongiorno di Cuneo24

1 marzo 2022 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 2002 l’Euro, in molti Stati europei, tra cui l’Italia, diventa valuta unica scambiabile

Cuneo. Il sole è sorto alle 7:03 e tramonta alle 18:21. Durata del giorno undici ore e diciotto minuti. Fase lunare: luna nuova.

Santi del giorno
Sant’Albino, vescovo.
San Bono di Cagliari, vescovo e martire.
San David di Menevia del Galles, vescovo.

Avvenimenti
375 a.C. – Fondazione del tempio di Giunone Lucina sull’Esquilino, a Roma, dove si celebravano i Matronalia.
1790 – Viene autorizzato il primo censimento negli Stati Uniti.
1961 – L’Aeronautica istituisce le Frecce Tricolori. Oltre un secolo di storia italiana nei cieli rivive ogni volta che la pattuglia acrobatica entra in azione. Su queste macchine volanti c’è spazio solo per i migliori, scelti per imprimere una “firma” verde-bianco-rossa nell’orizzonte di diverse città del mondo. La tradizione acrobatica dell’aeronautica militare iniziò negli anni Trenta con la prima scuola di Campoformido, diretta dal colonnello Rino Corso Fougier, comandante del 1º Stormo. Alla guida di cinque Fiat C.R.20 i piloti si esibivano in una figura non dissimile dalla “bomba” d’epoca recente. Nonostante i buoni risultati che cominciavano a intravedersi, lo scoppio della Seconda guerra mondiale segnò una brusca frenata per questo tipo di attività, fino al forzato scioglimento della pattuglia. Il clima di austerità dell’immediato Dopoguerra, legato in particolare al numero ridotto di velivoli disponibili, impedì la ricostituzione di una squadra ufficiale. All’inizio degli anni Cinquanta ciò favorì la nascita di diversi stormi che guadagnarono la ribalta internazionale, partecipando a numerose manifestazioni di forte richiamo. A fare da apripista fu il 51° stormo, seguito qualche anno dopo dal “Cavallino Rampante” e dal “Guizzo”, più tardi divenuto popolare con il nome “Getti tonanti”, fino alla comparsa nel 1957 di “Diavoli Rossi” e “Lanceri Neri”. Sul piano delle macchine si passò dai P-51D Mustang agli F-84F Thunderstreak, entrambi made in USA. A cavallo degli anni Sessanta, in vista anche del grande appuntamento con il Centenario dell’Unità d’Italia, si pensò alla formazione di un’unica pattuglia acrobatica, da affidare all’eccellenza dei piloti. In questo clima, il 1° marzo, si arrivò all’istituzione del 313° Gruppo di Addestramento Acrobatico PAN “Frecce tricolori”, il cui quartier generale venne individuato nell’aeroporto di Rivolto (nel comune di Codroipo, provincia di Udine). Il gruppo, composto inizialmente da pochi elementi, volò con gli F-86E Sabre fino al 1963. Successivamente si arrivò a nove unità più il solista e alla possibilità di utilizzare fumi colorati, mentre dai cacciabombardieri Fiat G.91PAN si passò agli “italianissimi” MB-339PAN, tutt’oggi in dotazione. Gli stessi vennero modificati nel tempo fino a renderli estremamente leggeri e adatti a supportare le traiettorie più spericolate. Il disegno attuale di questi modelli presenta sulla fiancata una banda tricolore su sfondo blu, e nello scarico posteriore un tubicino dal quale fuoriesce il fumo colorato, composto di olio di vaselina. Le figure eseguite dalla pattuglia variano da un’altezza superiore ai 2.000 metri a passaggi a bassa quota. Il pezzo forte delle loro performance li vede, con la formazione al completo, disegnare in cielo un tricolore lungo 5 km. Eseguito per la prima volta a Pratica di Mare, particolarmente suggestiva è stata la riproposizione in chiusura delle celebrazioni per il 150° dell’Unità. In ogni manovra non c’è margine d’errore, per questo si selezionano i migliori piloti tra quelli che hanno più di 1.000 ore di volo. Ciononostante, in 16 hanno perso la vita per incidenti verificatisi durante la fase di addestramento o nelle manifestazioni ufficiali. Un giallo tuttora irrisolto resta il disastro di Ramstein, di cui rimasero vittime tre piloti e 67 spettatori. L’episodio destò molti sospetti nell’opinione pubblica, legati al fatto che due dei piloti avrebbero dovuto deporre al processo sulla Strage di Ustica.
1983 – In vendita i primi orologi Swatch. Un possibile fallimento trasformato in uno dei maggiori successi commerciali di sempre e in un’icona pop targata anni Ottanta. Iniziò così l’avventura dello Swatch, lanciato per la prima volta a Zurigo nel marzo del 1983. Verso gli anni Settanta del secolo scorso la plurisecolare tradizione degli orologi svizzeri sembrava destinata al tramonto, al cospetto dell’incontenibile avanzata dell’industria nipponica, favorita dalla migliore tecnologia e dal prezzo contenuto dei suoi prodotti. Le ultime speranze di rilanciare i due principali colossi dell’orologeria elvetica, quali SSIH (che aveva unito le storiche “Omega” e “Tissot”) e ASUAG (che raccoglieva dieci marchi), vennero riposte nel consulente aziendale libanese: Nicolas Hayek. Costui, convinto dell’enorme potenziale che aveva in mano, fuse le due società in solo soggetto, la SMH, e provò a lanciarlo con una nuova generazione di orologi. Questi ultimi, rispetto al formato standard e ai colori grigi dei dispositivi giapponesi, si presentavano come qualcosa di più di un semplice strumento per controllare l’ora: attraverso i colori sgargianti e i motivi più disparati rappresentavano piuttosto una forma originale di espressione della propria personalità. Il nome Swatch, abbreviazione di “second watch”, stava ad indicare la nuova concezione “casual” dell’orologio. La prima collezione in dodici pezzi (al prezzo economico di 50 franchi) andò a ruba, raggiungendo il primo milione di vendite nello stesso 1983. Da quel momento divenne un oggetto di culto e da collezione, in special modo le serie disegnate da artisti e personaggi famosi (come Keith Haring e Renzo Piano). Rinominato The Swatch Group dal 1998, oggi è uno dei maggiori produttori di orologi.
2002 – L’Euro, in molti Stati europei, tra cui l’Italia, diventa valuta unica scambiabile.

Nati in questo giorno
Justin Bieber – Idolo pop dei teenager di mezzo mondo, in dieci anni di carriera ha già accumulato fama e incassi da star navigata. Canadese di Stratford, deve la sua fortuna a un video su YouTube, notato dal talent manager Scooter Braun che lo lancia a 15 anni sulla scena musicale. Dal singolo d’esordio One Time è un’ascesa inarrestabile, che con tre album dal 2010 al 2012 lo proietta ai vertici delle classifiche statunitensi ed internazionali. Nel 2013 riceve il Disco di Diamante per le 12 milioni di vendite registrate dal singolo Baby. Oltre a fare incetta di premi, tra cui due Dischi di platino e dodici American Music Awards, vende 100 milioni di copie tra singoli e album, costruendo nel 2015 un patrimonio da 200 milioni di dollari. Il quinto album in studio è Changes, pubblicato il 14 febbraio 2020. L’altra faccia della medaglia sono le denunce per vandalismo, l’arresto per droga e uno stile di vita all’insegna di vizi ed eccessi. Compie 28 anni.
Gene Gnocchi – Volto popolare della televisione italiana, che unisce un’inesauribile vena comica a due grandi passioni: il calcio e la musica. Emiliano di Fidenza, in provincia di Parma, Eugenio Ghiozzi (così sulla carta d’identità) si laurea in Giurisprudenza e inizia come avvocato ma, quando non indossa la toga, sfoggia il suo talento calcistico a livello dilettantistico, unitamente a quello canoro, come frontman del gruppo rock demenziale I Desmodromici. Formatosi come cabarettista al mitico Zelig di Milano, diventa popolare in TV sulle reti Mediaset con programmi come “Emilio”, “Scherzi a parte” e “Mai dire Gol”, consacrandosi poi in RAI come opinionista comico di trasmissioni sportive, da Quelli che il calcio… (1993-1995/2002-2007) a “La Domenica Sportiva” (2011-2014). Su La7, dal settembre 2017 al giugno 2020, è sua la copertina comica nel talk show diMartedì, condotto da Giovanni Floris. Festeggia 67 anni.

Eventi sportivi
1987 – Contro la Samp Maradona segna di testa rasoterra. E’ un colpo di genio assoluto quello che mette in scena Diego Armando Maradona al San Paolo durante Napoli-Sampdoria. Gli azzurri sono sotto di una rete, al trentesimo del primo tempo infatti i blucerchiati passano in vantaggio e dopo aver sfiorato il raddoppio si vedono invece raggiungere da una prodezza dell’argentino. Sul cross di Renica da sinistra la porta arriva davanti alla porta della Sampdoria, non più di 20 cm da terra: Maradona arriva in corsa e anziché colpire la palla con il suo magico sinistro, ormai quasi a contatto con il manto erboso decide in tuffo di colpire la palla di testa laddove chiunque altro avrebbe calciato di piede, merito del suo baricentro basso e della sua genialità.