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Il Buongiorno di Cuneo24

9 febbraio 2022 | 08:02
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Il Buongiorno di Cuneo24

155 anni fa nasceva il quotidiano La Stampa

Cuneo. Il sole è sorto alle 7:34 e tramonta alle 17:54. Durata del giorno dieci ore e venti minuti.

Santi del giorno
Sant’Apollonia, vergine e martire, è la protettrice dei dentisti.
San Rinaldo di Nocera Umbra, vescovo.
San Marone, eremita.

Avvenimenti
1867 – Fondato il quotidiano La Stampa: due edizioni, mattutina e pomeridiana; foliazione ridotta (max 4 pagine); prezzo 5 centesimi di lire. Il 9 febbraio del 1867 si presentò così, nelle edicole di Torino, la Gazzetta Piemontese, lanciata al motto di «Frangar non flectar» (“Mi spezzerò ma non mi piegherò”). Ribattezzato “La Stampa” dal 1895, il quotidiano assunse nella prima fase posizioni liberali, arrivando a sostenere la politica di Giolitti e opponendosi all’ascesa di Mussolini. Vittima della repressione fascista, nel 1926 venne rilevato dalla FIAT. Attestatosi in seguito su posizioni moderate e comunque non ideologiche, ebbe negli anni collaboratori illustri, su tutti lo storico Norberto Bobbio e lo scrittore Guido Piovene. Secondo per tiratura solo al Corriere della sera fino al 1986 (scalzato dalla crescita de “la Repubblica”), gli ultimi dati (gennaio 2017) lo vedono quarto (escludendo i quotidiani sportivi) per diffusione. Diretto dal 24 aprile 2020 da Massimo Giannini (subentrato a Maurizio Molinari che l’ha guidato dal gennaio 2016 e poi andato a la Repubblica), nella versione on-line dispone dal 2010 di un archivio storico completamente gratuito, che conta 1.750.000 pagine, 5 milioni di articoli e 4 milioni e mezzo di fotografie e illustrazioni.
1942 – Negli Stati Uniti entra in vigore l’ora legale.
1955 – Inaugurata la prima metropolitana italiana. Con una nazione intera in procinto di mettersi al volante di un’automobile, la Capitale sceglie la “via sotterranea”, inaugurando l’era underground a livello nazionale. La prima metropolitana italiana vede la luce in un periodo di profonde trasformazioni e di rilancio economico. L’Italia del 1955 è quella che va incontro al boom economico. Inizia adesso a delinearsi la società dei consumi, che trova i suoi status symbol nell’automobile, a cominciare dalle 600 e 500 della FIAT (prodotte rispettivamente dal ’55 e dal ’57), e nel televisore, grazie alle trasmissioni regolari della RAI cominciate l’anno precedente. Al cinema, tra gennaio e febbraio, danno il capolavoro di Elia Kazan Fronte del porto, con un memorabile Marlon Brando (premiato con l’Oscar per il migliore attore protagonista). Anche a Roma si respira un clima di crescita e ottimismo per un evento destinato a mutare l’assetto urbanistico e sociale della città. Le Olimpiadi del 1960 si terranno qui, dopo aver battuto la concorrenza di Losanna. Si mette mano a un’ambiziosa progettazione di opere, dalla viabilità all’edilizia residenziale passando per i trasporti. Il primo importante traguardo è il completamento dei lavori della linea metropolitana tra l’EUR e la stazione Termini. I lavori, in realtà, erano partiti nel 1938, in piena epoca fascista. Il progetto prevedeva la realizzazione di un servizio di collegamento ferroviario rapido tra la stazione centrale e il nuovo quartiere residenziale (in seguito denominato EUR), che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale del 1942. La manifestazione era saltata per l’entrata in guerra dell’Italia, che aveva conseguentemente fermato i lavori della metro. Ripresa nel 1948, l’opera è portata a termine sette anni dopo. L’inaugurazione viene fissata per mercoledì 9 febbraio. A presiedere la cerimonia del taglio del nastro è il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, affiancato dal primo cittadino Salvatore Rebecchini, l’artefice della cosiddetta “grande espansione” dell’Urbe. Viene effettuata una corsa inaugurale con l’illustre ospite, lungo il percorso Roma Termini-Eur, coperto in circa 14 minuti. Il giorno successivo entra in funzione il servizio regolare e per i cittadini è un vantaggio non da poco attraversare la città in uno spazio di tempo così ristretto. Certo, nelle grandi città europee, come Londra, Parigi e Berlino, esiste una rete più estesa e i Romani vorrebbero mettersi al passo con gli altri. Innumerevoli ostacoli di natura burocratica, politica e tecnica (in primis i frequenti stop dovuti al rinvenimento di testimonianze archeologiche) finiscono però col ritardare l’avvio dei lavori di ampliamento. La costruzione della seconda linea, tra Anagnina e quartiere Prati, ha inizio nel 1964, anno in cui viene aperto il primo tratto della Metropolitana di Milano che in meno di dieci anni compie il sorpasso, diventando la più estesa d’Italia. Tra intoppi e rallentamenti di varia natura, la seconda linea viene portata a termine nel 1980 e in questo momento si decide la denominazione dei due percorsi: la Linea A (di color arancione) copre il tratto da Anagnina a Ottaviano; la Linea B (blu) Termini-Laurentina. Il 2006 è l’annus horribilis: un grave incidente tra due convogli causa la morte di una donna e il ferimento di 200 persone. Ampliata con una seconda diramazione della Linea B, terminata nel 2012, la metro capitolina è attualmente la seconda più grande d’Italia per estensione, dopo quella milanese. In cantiere c’è il completamento, previsto per il 2023, della Linea C.
1996 – Viene scoperto l’elemento chimico del Copernicio.

Nati in questo giorno
Julio Velasco – Nato a La Plata (Argentina), è un allenatore e dirigente sportivo. Nel 1983 arriva in Italia per allenare in A2 la squadra maschile di Jesi. Nel 1985 inizia un magnifico ciclo di quattro campionati alla guida della Pallavolo Modena, durante il quale vince altrettanti scudetti e tre edizioni della Coppa Italia, avendo dei giocatori del calibro di Lucchetta, Bernardi e Cantagalli. Dopo questi successi, passa alla Nazionale maschile, dove pure apre un incredibile decennio di successi a livello europeo e mondiale con una squadra successivamente definita generazione di fenomeni e premiata dalla FIVB come “squadra del secolo”, con giocatori come Zorzi, Giani, Gravina, Tofoli, Bracci. Dal 1989 al 1996 conquista un argento olimpico (1996), tre ori (1989, 1993, 1995) e un argento (1991) agli Europei, e due ori mondiali (1990 e 1994). Nel 1997-98 allena la Nazionale femminile, lanciando il Club Italia, un laboratorio per far crescere le giovani atlete più promettenti, tra le quali Elisa Togut ed Eleonora Bianco, campionesse del mondo nel 2002. In seguito è il tecnico delle rappresentative nazionali ceca, spagnola, iraniana, con un intermezzo sulle panchine di Piacenza, Modena e Montichiari. Dal febbraio 2014 al 2018 è sulla panchina dell’Argentina maschile. Nella stagione 2018/19 torna ad allenare il Modena Volley. Conclusa la carriera di allenatore, il 17 giugno 2019 diventa direttore tecnico del settore giovanile della Federazione Italiana Pallavolo. Da dirigente sportivo ha incarichi nelle società calcistiche Lazio e Inter. Festeggia 70 anni.
Little Tony (1941/2013)- Essere l’Elvis italiano, con passaporto sammarinese, è stata la sua eterna sfida, imitando nei costumi e nelle movenze il “re del rock” di Memphis. Tra gli anni Sessanta e Settanta è stato un protagonista della musica leggera italiana. Antonio Ciacci si appassionò alla musica fin dentro le mura domestiche, grazie al nonno, al padre e ai fratelli, tutti musicisti. Nell’unirsi a loro adottò il nome d’arte Little Tony, in omaggio a un mito del rock di allora, al secolo Little Richard. Con la band Little Tony and his brothers girò ristoranti e balere, fin quando l’impresario Jack Good lo mandò a farsi le ossa in Inghilterra, dove incise diversi brani e affinò le conoscenze musicali. Dopo l’esordio a Sanremo 1961 con “Ventiquattromila baci”, accanto a Celentano, s’impose sulla scena con brani d’immediata presa sul pubblico: da “Riderà” (che superò il milione di copie vendute) a Cuore matto, da “Bada bambina” a “La spada nel cuore”. Colpito da infarto nel 2006, ritornò in pista due anni dopo partecipando nuovamente a Sanremo. Vicino ai problemi dell’infanzia, sostenne la campagna Giù le mani dai bambini, contro l’eccessiva somministrazione di psicofarmaci ai minori.

Eventi sportivi
1964 – Innsbruck 1964: la cerimonia di chiusura consegna agli annali sportivi la nona edizione delle Olimpiadi invernali, svoltesi in Austria, nella località sciistica di Innsbruck. Con 25 medaglie (di cui 11 ori) l’URSS ha dominato la manifestazione. Magro il bottino della delegazione azzurra: un argento e due bronzi nel bob, e un bronzo nello slittino doppio maschile.

Proverbio / Citazione
In febbraio la terra è in calore.
“Il vero talento ce l’ha chi ha capacità di apprendimento e la mantiene nel tempo” Julio Velasco