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“Aveva scelto i suoi “ultimi” cui dedicarsi, i sofferenti, i malati terminali”

26 febbraio 2022 | 08:41
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“Aveva scelto i suoi “ultimi” cui dedicarsi, i sofferenti, i malati terminali”

Il dottor Corrado Lauro condivide sui social la sofferenza per la perdita dell’amico e collega medico Valentino Menardo

Il dottor Corrado Lauro affida a un post il suo personale ricordo del collega medico Valentino Menardo, scomparso ieri venerdì 25 febbraio.

Scrive:
Anche Valentino ci ha lasciato. Nella notte che allunga gli spettri più bui del dolore e della disperazione sull’umanità, si è spento in silenzio, forse anche sopraffatto da questo mondo troppo brutto da sopportare. Lui che contro il dolore altrui ha combattuto per anni, nella sua quotidiana esperienza di medico di anestesia, di medico di algologia, di organizzatore delle cure palliative in ospedale e a domicilio. Aveva scelto i suoi “ultimi” cui dedicarsi, i sofferenti, i malati terminali, quelli che “…non c’è più speranza…” ma che per questo troppo spesso prima di lui venivano abbandonati a se stessi, senza cura perché non c’è guarigione, senza cuore.
Quanti ne ha assistiti? Quanti accompagnati?? Sempre con la sua eleganza , il suo savoir fair, la sua empatica dedizione. Era conscio dei limiti della medicina, soprattutto di quella estrema per chi non riesce ad aver ragione della sofferenza, ma quei limiti lui certamente li ha ridimensionati, con entusiasmo, dedizione, passione missionaria, con lo studio, con l’affetto verso i pazienti.
Quante volte noi clinici ci siamo appellati a lui, e quante discussioni, sul tutto e sul niente, sempre d’accordo, sempre in armonia con la sua weltanschauung, con la sua scala dei valori, che ribaltava quella dei nostri giorni bui, portando in cima i più deboli e le loro istanze, e al fondo l’arroganza, il potere, l’avidità del mondo. Ci accomunava anche il tifo calcistico, e quel suo nome che era musica per le mie orecchie, emulo di capitan Valentino caduto a Superga.
E un po’ eroe e stato anche lui, pur così modesto, schivo, per nulla autoreferenziale, sublimando nei suoi ultimi anni di vita il suo coraggio e la sua dignità di fronte alla propria sofferenza, al proprio dolore.
Perdiamo tutti un amico, oggi, nell’ora buia delle sirene di guerra , dei lutti senza ragione e senza motivo, del dolore del mondo. Che almeno ci aiuti, da dove ora immane, ad affrontare quel dolore, e trovare nuove risposte, come lui, sempre, ha saputo fare.