A Sanremo la favola calabrese di Checco Zalone che prende in giro l’omofobia

2 febbraio 2022 | 22:42
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A Sanremo la favola calabrese di Checco Zalone che prende in giro l’omofobia

Una favola “Lgtb” in chiave moderna, dove un amore considerato “non convenzionale” prende le distanze, a modo suo, dall’omofobia

Sanremo. Seduto nel pubblico, esattamente tra i posti che lo scorso anno erano vuoti, Checco Zalone apre la parte comica della seconda serata festivaliera seduto in “piccionaia”, nella galleria all’Artiston. «Questa è la mia gente, la gente vera, tu hai salutato la platea e io loro. Umiltà Amadeus». Così il comico pugliese fa il suo ingresso alla 72esima edizione del Festival di Sanremo.

Un palco che strega, come dice Checco, ma dove le vallette, a suo dire, non sono più quelle di una volta. «Vi ricordate quando potevano uscire le sceme? L’italiano c’è rimasto male, una scema la dovevi mettere Amadeus, tu sei un uomo di un’altra epoca» e proprio sulla scelta del presentatore di portare sul palco dell’Ariston donne con storie, cervello e tempra, Zalone considera quanto i tempi stiano cambiando, così come i pregiudizi. Tanto che questa sera invece di un monologo, il comico pugliese ha deciso di raccontare una favola, particolare, ambientata in Calabria. Il tema? Una una sorta di Cenerentola riadattata ai tempo moderni, dove una fata di nome Fiorenza di Cosenza, aiuta il principe azzurro, non nella ricerca di una principessa ma nel conquistare un uomo, Oreste.

Una favola “Lgtb” in chiave moderna, ironica e firmata dall’umorismo del comico pugliese dove un amore considerato “non convenzionale” prende le distanze, a modo suo, dall’omofobia, dove le parole dell’indimenticabile canzone di Mia Martini “almeno tu nell’universo” diventa una versione 2022 delle relazioni che ognuno si sente libero di vivere.

Un’ interpretazione talmente personale che Checco declina tutta su Amadeus, in vista di eventuali cause legali, nel caso qualcuno potesse ritenersi offeso dall’ironia.