“Trovato il primo cinghiale morto per peste suina africana in Piemonte”

7 gennaio 2022 | 16:27
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“Trovato il primo cinghiale morto per peste suina africana in Piemonte”

Coldiretti Cuneo: “Siamo fortemente preoccupati”

“Ciò che si temeva è accaduto: è stato trovato il primo caso di Peste Suina Africana (PSA) in Piemonte, come già successo in Germania e nell’Est Europa. Coldiretti aveva segnalato il rischio reale già da tempo anche con diverse manifestazioni come quella del Bôgia Piemunt dell’11 dicembre 2019 e dello scorso 8 luglio 2021 in piazza Castello a Torino, comunicati stampa, segnalazioni, e lettere in Regione Piemonte. Oltre ai grandissimi danni alle coltivazioni, agli incidenti mortali e non, ai problemi sanitari e ad aver lasciato degenerare questa situazione, ora in Piemonte c’è un ulteriore rischio elevatissimo: la Peste Suina Africana, infatti, può colpire i cinghiali ed è altamente pericolosa e, spesso, letale per i suinidi, ma non è trasmissibile agli esseri umani” scrive in una nota Coldiretti Cuneo.

“Siamo fortemente preoccupati – afferma Roberto Moncalvo Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – gli interventi immediati ed urgenti, così come i controlli a tappeto sui cinghiali abbattuti, che da tempo chiediamo, devono ora sicuramente essere fatti e non bastano, di fronte ad uno spettro così grave e rischioso, solo i controlli eseguiti a campione, alla ricerca esclusivamente della Trichinella. Bisogna anche mettere mano definitivamente alla forma di tracciamento della filiera e della commercializzazione dei cinghiali abbattuti. L’altra forte preoccupazione è per il danno d’immagine che questa situazione può creare diventando anche uno strumento di speculazione economica nei confronti del nostro territorio, rischiando di colpire ingiustamente i nostri allevatori che, invece, conducono i loro allevamenti con standard di bio sicurezza molto elevati. Chiediamo, pertanto, da subito di attuare tutte le misure necessarie per monitorare la situazione e contenerla il più possibile.  Inoltre, per difendere i nostri imprenditori, già fortemente colpiti dalla crisi legata alla pandemia, se dovessero generarsi strumentalizzazioni e speculazioni, non esiteremo a fare causa, a richiedere il risarcimento danni ed a costituirci parte civile nei confronti di chi non ha saputo gestire correttamente la problematica del proliferare dei cinghiali e di chi ha avuto la responsabilità di farla degenerare”.

“Non possiamo però non riconoscere – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – l’importanza dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta che, già da mesi, si è reso disponibile ad un tavolo di lavoro, nel quale riponiamo ampia fiducia, proprio su quest’emergenza sanitaria causata dalla fauna selvatica”.