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L’oro paralimpico Diego Colombari si racconta a Cuneo24

1 gennaio 2022 | 19:02
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L’oro paralimpico Diego Colombari si racconta a Cuneo24
L’oro paralimpico Diego Colombari si racconta a Cuneo24
L’oro paralimpico Diego Colombari si racconta a Cuneo24
L’oro paralimpico Diego Colombari si racconta a Cuneo24

Il campione schivo, cuneese di adozione, ripercorre il suo 2021 in cui ha dovuto diventare più social e vestire i panni del personaggio da prima pagina

Diego Colombari, classe 1982, difficilmente dimenticherà l’anno appena concluso. Nel 2021 l’atleta alla sua prima partecipazione alle Paralimpiadi ha conquistato la medaglia d’oro nel Team Relay di handbike. Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio e ripercorrere insieme le tappe che lo hanno portato a questa vittoria.

Chi è Diego Colombari? Dove è nato e cresciuto?“Sono nato il 29 marzo 1982 a Torino dove ho sempre vissuto fino al 2008, anno in cui sono andato a convivere a Moretta con la mia allora fidanzata oggi moglie. Ho frequentato l’istituto alberghiero diplomandomi cuoco e sono diventato cuneese per amore avendo conosciuto lei, cameriera, in una stagione in Val Varaita.”

Nello stesso anno in cui aveva coronato il suo sogno d’amore l’incidente, nel luglio 2008, che gli è costata l’amputazione dell’arto inferiore sinistro. “Ero in moto – ci racconta – quando ho avuto l’incidente contro un camion, ero praticamente arrivato a casa.”

Come è cambiata la tua vita dopo l’incidente?Siccome mi ero anche fratturato il bacino sono dovuto restare a letto per 100 giorni, la parte più lunga è stata quella della degenza, il recupero del tono muscolare, l’uso della protesi. Otto mesi dopo ero comunque tornato a fare il mio lavoro con una mansione diversa in accordo con i miei titolari non ero più in cucina ma al confezionamento”.

Quale era il tuo rapporto con lo sport prima dell’incidente e dopo?Prima andavo in bici e praticavo tennis a livello amatoriale. Dopo l’incidente cercando una bicicletta che mi permettesse di pedalare in sicurezza ho conosciuto la polisportiva P.A.S.S.O. di Cuneo che permetteva di avere l’handbike in comodato d’uso gratuito. E di qui è stato tutto un crescendo.”

Cos’è significato partecipare alle Paralimpiadi?“E’ stata una grande soddisfazione e un onore poter rappresentare l’Italia e gli italiani. Da atleta mi sono sempre posto di raggiungere uno step alla volta partendo prima dalle competizioni a livello locale. Ero già contento di esserci, poi la mia testa da atleta mi portava a dire se devo partecipare almeno sia per ottenere qualche risultato, puntavo alla medaglia, volevo un ricordo tangibile.”

Qual è stato il fattore determinante per la vittoria?Sicuramente la concentrazione e la consapevolezza dei mezzi, sapere di esserci allenati al meglio tutti e tre, in una preparazione durata 5 anni. Sei all’olimpiade e devi difendere la tua nazione, a maggior ragione in una specialità in cui l’Italia era campione del mondo. Da quando ho avuto l’incidente vivo le cose con più distacco nel bene e nel male, nell’immediato non mi sono reso conto subito di quello che avevamo fatto.”

Le prime persone che hai chiamato dopo la vittoria? Mia moglie che sapevo stava guardando e poi penso mia mamma”.

Le sensazioni quando suonava l’Inno di Mameli a Tokio?Sensazioni di aver centrato l’obiettivo per cui mi ero preparato, la gratitudine e aver coronato il sogno, in quel momento tutte le fatiche e i sacrifici sono stati cancellati dai ricordi di felicità.”

Come è cambiata la tua vita dopo l’oro paralimpico?“E’ sicuramente più impegnativa, ho più appuntamenti, sono diventato più social, non sono cambiato io ma il personaggio, ho dovuto vestire i panni di una persona da prima pagina.”

A settembre hai ricevuto il titolo di “Commendatore al merito della Repubblica Italiana” e incontrato Mattarella. “Mi sono sentito onorato di di esser lì, felice di avere avuto questa opportunità, il giro per Roma con il pullman osannati dai tifosi è stato bellissimo.”

Dopo la vittoria si è rafforzato anche il tuo legame con il territorio come testimonia anche la recente partnership con l’ATL del Cuneese.Sì, sono onorato di questa partnership. Apprezzo molto Cuneo, essendo arrivato qui in età adulta, ho vissuto sicuramente più la Granda che non Torino, posso affermare di sentirmi più cuneese che torinese.

Tempo di bilanci. Cosa ti porti del 2021 appena concluso e cosa di aspetti dal 2022 appena iniziato?Sicuramente il ricordo indelebile della vittoria alle Paralimpiadi. Per il 2022 la gara di coppa del mondo che si svolgerà a maggio e i Mondiali nell’estate puntando a vittorie a livello personale, nelle gare singole e naturalmente di poterci confermare primi nel team Relay.