“Da Fonti di Vinadio fumo nei polmoni, da Alberto Bertone fumo negli occhi”

4 novembre 2021 | 14:22
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“Da Fonti di Vinadio fumo nei polmoni, da Alberto Bertone fumo negli occhi”

“Parole assolutamente irrispettose nei confronti di tutti coloro che stanno subendo il continuo stillicidio del traffico causato dall’azienda che amministra, delle loro sofferenze e dei loro sacrosanti diritti costituzionali alla salute e a un’abitazione dignitosa. Pensiamo che un territorio meraviglioso come quello della valle Stura abbia bisogno di più turismo e meno camion, di più famiglie e meno inquinamento, di più investimenti pubblici sui giovani e meno strade a uso privato” scrive il comitato di Cuneo Possibile

Scrive il comitato di Cuneo Possibile.
Proprio nei giorni in cui i grandi del Pianeta si riuniscono per decidere, come sempre tristemente al ribasso, che ne sarà di ambiente ed emergenza climatica, leggiamo con un velo di sarcastica tristezza i contenuti dell’intervista che l’Amministratore Delegato di Fonti di Vinadio S.p.A., Alberto Bertone, ha rilasciato alla stampa cuneese. Nella stessa, il proprietario del più grande stabilimento di imbottigliamento d’acqua d’Europa sostiene che l’intera valle Stura sarebbe morta senza Acqua Sant’Anna. Una morte, secondo le sue parole, che non si è verificata perché grazie a Fonti di Vinadio i paesi della vallata alpina sarebbero tornati a popolarsi, si sarebbero riaperte le scuole, le farmacie, e addirittura sarebbe anche arrivato un nuovo medico.

Teniamo a informare il signor Bertone che nel 2002 Vinadio contava 739 abitanti, mentre nel 2021 i residenti sono 630, che dal 2000 a oggi nella sola bassa valle Stura le scuole elementari chiuse sono state tre, a fronte di una sola apertura, che la farmacia di Vinadio è sempre esistita, che i medici di base sono sempre stati presenti su tutto il territorio da molto prima del 1996 (anno di apertura dello stabilimento), e che, per citare uno solo dei paesi “vittime” del sistema Acqua Sant’Anna, il centro di Demonte è oramai una ghost town inabitata, piena di edifici invendibili perché senza mercato: là dove esistevano splendidi portici medievali oggi rimane un affastellamento di puntelli e tiranti, essenziali affinché tutto il paese non crolli al suolo sotto le sollecitazioni del traffico pesante. Se si prestasse orecchio alle voci dei suoi abitanti, ci si renderebbe conto della sofferenza che stanno provando nel dover abbandonare i luoghi che amano per via dello smog, delle polveri sottili e del rumore. Forse Bertone non ne era al corrente, motivo per cui riteniamo sia giusto metterlo di fronte ai fatti e ai dati.

Fatte queste doverose premesse, Cuneo Possibile intende schierarsi con decisione al fianco degli abitanti della valle Stura, stremati da anni di inquinamento, rumori molesti, insostenibile traffico pesante e strade pubbliche distrutte. Questa piccola realtà alpina ha infatti a che fare con un colosso industriale che produce tonnellate di bottiglie di plastica monouso (quasi 3 miliardi di unità l’anno), le quali viaggiano su circa 800 camion al giorno, e contengono quello che invece dovrebbe essere un bene pubblico, l’acqua. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, solo un pazzo non si renderebbe conto di quanto possa essere anacronistico tutto ciò, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello della sostenibilità produttiva, economica e sociale.

Sosteniamo inoltre l’idea lanciata da diversi amministratori locali, ovvero la realizzazione di una linea ferroviaria che possa permettere il trasporto a valle dei prodotti Sant’Anna senza che questi debbano causare un inquinamento paragonabile a quello di una delle città più inquinate d’Italia, come Torino. Crediamo che questa sia l’ unica soluzione percorribile, perché la cosidetta DAV (variante Demonte-Aisone-Vinadio) non causerebbe altro che un ulteriore aumento del traffico pesante diretto verso la Francia e allettato dalla gratuità del colle della Maddalena, con il risultato che, oltre ad avere pagato con risorse pubbliche la strada privata con la quale Fonti di Vinadio aumenterebbe i propri introiti, anche i paesi dell’alta valle subirebbero il traffico degli autoarticolati.

Riteniamo che le parole di Bertone siano assolutamente irrispettose nei confronti di tutti coloro che stanno subendo il continuo stillicidio del traffico causato dall’azienda che amministra, delle loro sofferenze e dei loro sacrosanti diritti costituzionali alla salute e a un’abitazione dignitosa. Pensiamo che un territorio meraviglioso come quello della valle Stura abbia bisogno di più turismo e meno camion, di più famiglie e meno inquinamento, di più investimenti pubblici sui giovani e meno strade a uso privato. Condividiamo appieno le parole di Sigfrido Ranucci, giornalista di Report, nell’esortare la cittadinanza ad attivarsi per un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, al fine di poter finalmente vedere i propri diritti rispettati.

Anche perché, nonostante il fumo gettato negli occhi (e quello che invade da anni i polmoni), gli abitanti ci vedono ancora molto bene, e sanno distinguere un benefattore da chi sta lentamente uccidendo il territorio, realizzando profitti privati stratosferici a fronte di costi pubblici, ambientali e sociali non più sostenibili.