“Un uomo completamente donatosi a Dio e al prossimo” : a Vicoforte l’addio a don Luciano Ghigo

11 ottobre 2021 | 19:01
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Monsignor Egidio Miragoli (vescovo della diocesi di Mondovì) celebra la funzione: “intelligenza e sensibilità si coniugavano in lui in un atteggiamento umile che lo portava spesso a sentirsi inadeguato, fragile, mentre al contrario in ogni ambito egli mostrava sempre di essere l’opposto grazie sua alla bontà di cuore, alla sua generosità, alla sua apertura, al suo disinteresse per il proprio vantaggio”

Un Santuario di Vicoforte gremito ha ospitato nel pomeriggio di oggi (lunedì 11 ottobre) i funerali di don Luciano Ghigo, parroco delle frazioni monregalesi di Breolungi, Gratteria, Rifreddo e San Giovanni dei Govoni deceduto all’età di 69 anni nella tarda serata di venerdì 8 ottobre, dopo alcune settimane di malattia.

A celebrare la funzione, monsignor Egidio Miragoli, vescovo della diocesi di Mondovì, che nell’omelia ha esordito spiegando perchè, per lui, quello fosse un momento particolarmente difficile: “oggi devo rinunciare alla sua cordiale amicizia oltre che alla sua opera in parrocchia. Parlo dell’intelligenza e della sensibilità in lui coniugate in un atteggiamento umile che lo portava spesso a sentirsi inadeguato, fragile, mentre al contrario in ogni ambito egli mostrava sempre di essere l’opposto grazie sua alla bontà di cuore, alla sua generosità, alla sua apertura, al suo disinteresse per il proprio vantaggio. Mai un giorno di ferie e un cuore grande, persino esagerato, eccessivo anche nelle elemosine distribuite in grande abbondanza anche a chi gli poteva sembrare a volte un approfittatore”.

Poi il passaggio sulla famiglia di don Luciano, nella quale l’altruismo è sempre stato di casa: “fatta di persone generose come il nonno Sebastiano, panettiere, socialista e cattolico praticante che riforniva gratuitamente il pane ai partigiani e aiutava le famiglie povere dell’alta Valle Pesio e come la mamma Teresa che dimostrò la sua umanità nella latteria di Beinette. Una famiglia oggi impersonata dalle sorelle Vilma e Maria Grazia e dal fratello Claudio “che nei giorni della malattia lo hanno assistito con inesausta presenza”.   

“Era una bella figura Don Luciano – ha aggiunto monsignor Miragoli. – Mi bastava stare un po’ con lui e lasciare che si sentisse a proprio agio per scoprirlo. Lo era anche per quel suo non saper riconoscere la propria grandezza, sempre attento agli altri. Di lui si può dire che il suo donarsi a Dio e al prossimo lo abbia portato a trascurare se stesso, anche come persona e come attenzione alle cose ordinarie come la preoccupazione per la propria salute”.                    

Una vita, la sua, completamente affidata alle mani di Dio, che ne ha guidato l’esistenza in ogni sua forma, anche quella scritta: “il suo bollettino parrocchiale era uno dei più belli ed accurati in quanto a contenuti e completezza quasi a dimostrazione che quando un uomo è davvero tutto di Dio o tutto per Dio, questa appartenenza si riversa in ogni ambito della sua attività tra gli uomini senza negligenze in alcun campo”.