“Non si può andare avanti così”: Unione Montana Alpi del Mare nelle mani del Prefetto

1 ottobre 2021 | 05:01
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Clamoroso annuncio dei sindaci dei comuni che la compongono: “dimissioni del presidente e dell’intera giunta poichè allo stato attuale è impossibile fare funzionare l’Unione come strumento di cooperazione e sviluppo nell’interesse del territorio. Non per cattiva volontà delle amministrazioni o dei sindaci, ma per la pervicace condotta ostruzionistica della figura che dovrebbe dirigere l’ente e farlo funzionare”

Boves.“Quello di stasera potrebbe essere l’ultimo consiglio di questa Unione. Allo stato attuale dichiariamo che è impossibile fare funzionare l’Unione come strumento di cooperazione e sviluppo nell’interesse del nostro territorio. Questo non certo per cattiva volontà delle amministrazioni dei singoli comuni che compongono l’unione e meno che mai per la volontà dei Sindaci che hanno sempre lavorato serenamente insieme e con unità di intenti e di vedute. La situazione attuale è riassumibile come segue: totale blocco del funzionamento dell’ente, a causa della pervicace condotta ostruzionistica della figura che dovrebbe dirigere l’ente e farlo funzionare”. E’ un Paolo Renaudi amareggiato quello che ha aperto i lavori della seduta di ieri sera (giovedì 30 settembre) del consiglio dell’Unione Montana Alpi del Mare. Ancor prima che si inizino ad affrontare i punti all’ordine del giorno, il presidente (sindaco di Peveragno che con Boves, Chiusa di Pesio, Valdieri e Roaschia formano l’Unione) annuncia la decisione sua e degli altri quattro primi cittadini di rimettere il destino dell’ente nelle mani del Prefetto che incontreranno nei prossimi giorni.

Renaudi spiega le motivazioni di una decisione così clamorosa. “Alcuni esempi: il servizio di Polizia Locale che doveva passare dalla forma convenzione attuale ad una totale assunzione da parte dell’Unione del personale di polizia locale dei vari enti. L’obiettivo doveva essere raggiunto a giugno, siamo ancora in alto mare adesso in un percorso iniziato a marzo. Il personale che viene assunto all’Unione dopo poco tempo chiede di andarsene causa impossibilità di lavorare fruttuosamente all’interno dell’ente. In questo modo l’unione ha perso più figure valide, per fortuna tutte recuperate dai singoli comuni. Recupero possibile proprio in virtù della massima collaborazione fra sindaci. L’Unione Montana Alpi del Mare non partecipa ormai da anni ad alcun bando, privando il nostro territorio di risorse importantissime. Il contrasto rispetto ad altre unioni e rispetto alle risorse che sono in grado di reperire è stridente, oltre che umiliante”.

E ancora. “Il personale dei comuni, in particolare di Boves, lavora spesso per mettere una pezza ai drammatici malfunzionamenti dell’ente, solo ed esclusivamente per non fare perdere le ultime opportunità al territorio, quali fondi ATO e per la montagna. I sindaci si sfiancano in estenuanti battaglie con la dirigente, e lo stesso hanno fatto tutti i segretari comunali che hanno tentato di prestare la loro opera per far funzionare l’ente. La dirigente sistematicamente si rifiuta di firmare atti e provvedimenti, trincerandosi dietro procedure atte solo a fermare il funzionamento dell’ente e a obbligare altri (il segretario) a firmare i provvedimenti stessi. Ormai il contrasto va avanti da anni e i sindaci in tutti i modi hanno tentato di dialogare con la Dirigente chiedendo un cambio di passo e di metodo, mai arrivato. La particolare posizione della dirigente impedisce a chiunque, segretari e amministratori, di agire per modificare lo stato delle cose, per cui i sindaci si sentono totalmente impotenti e impossibilitati a cambiare la situazione”.

Da qui la decisione condivisa da tutti i primi cittadini dei comuni che compongono l’Unione. “Fatte le dovute considerazioni, i sindaci hanno deciso di procedere con l’unica strada possibile: dimissioni in blocco del presidente e della giunta dell’Unione, con rapporto al Prefetto sulla situazione che si è venuta a creare. Oggi stesso è stato chiesto alla Prefettura un appuntamento, e ad inizio settimana con ogni probabilità i sindaci conferiranno con lei. Ci sono alcune situazioni e procedure in essere che devono essere definite e concluse, pertanto i sindaci si impegneranno a mandare avanti l’ente per il tempo minimo necessario per non creare danni e difficoltà”.

Renaudi ha inoltre ringraziato i segretari comunali che si sono succeduti in questi anni che, così come i consiglieri, prestano gratuitamente servizio all’interno dell’Unione. Menzione particolare per l’attuale segretario Monica Para. “In questi anni ci ha messo l’anima e spessissimo ha cercato di ovviare alle debolezze di questo funzionamento“.

E’ dunque intervenuto il sindaco di Boves, Maurizio Paoletti, che, nel ringraziare Renaudi e tutta la giunta, ha espresso concetti in totale sintonia con quelli del presidente. “In questi anni è stato fatto un grande lavoro, ma è altrettanto vero che tanti dipendenti se ne sono andati. Bisogna capire se ci sono i presupposti per andare avanti. Politicamente c’è armonia totale, ma c’è un problema di gestione amministrativa e dunque tutto va ripensato. Se non ci sono soluzioni alternative azzereremo tutto e vedremo come ripartire, ma ciò non significa affatto che i sindaci si divideranno. Chiederemo al Prefetto di nominare un commissario che dovrà trovare un’unità di intenti, altrimenti i singoli comuni decideranno il da farsi”.

Anche il sindaco di Roaschia, Bruno Viale, si è detto dispiaciuto per una difficile, ma inevitabile decisione. “Abbiamo partecipato con grande entusiasmo ai lavori dell’Unione nella quale ci siamo sempre sentiti aiutati come il fratello minore che ha bisogno di essere sorretto. I piccoli comuni fanno grande fatica a reperire risorse, l’Unione dovrebbe rappresentare la soluzione a questo tipo di problema”.

“Nell’Unione ho trovato un principio di solidarietà fondamentale che non pensavo potesse esistere tra amministratori. L’ente deve essere visto come un punto di sviluppo e di rilancio e dunque serve maggiore incisività. La solidarietà tra comuni e tra amministratori rimane invariata, dunque auspico ci possano essere i presupposti per ripartire con una collaborazione proficua per il bene del nostro territorio. Lo dobbiamo ai nostri cittadini” ha spiegato Claudio Baudino, sindaco di Chiusa di Pesio.

Infine Valdieri la cui particolare situazione (andrà alle urne domenica e lunedì) fa sì che ogni passaggio dell’Unione verrà formalizzato successivamente alla tornata elettorale. Del consiglio dell’ente fanno parte entrambi i candidati alla carica di sindaco (Giacomo Gaiotti e Guido Giordana), i quali, presenti in sala, hanno rimandato ogni commento a risultato acquisito.

In conclusione, il presidente Renaudi ha spiegato di non aver perso del tutto le speranze di rimettere in piedi una situazione che pare tuttavia fortemente compromessa e che, qualunque cosa accada, i comuni più piccoli non verranno lasciati soli. “Noi crediamo nell’Unione e lavoreremo fino all’ultimo per salvarla, pertanto se dovessimo ravvisare dei decisi cambiamenti potremmo anche tornare sui nostri passi, anche se oggettivamente sarà molto difficile. Garantiremo in ogni caso il sostegno ai comuni più piccoli e con le minori forze finanziarie, perché questa era una delle mission dell’Unione e per niente al mondo la lasceremo cadere”.