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Inaugurato il Memoriale del CAI di Borgo San Dalmazzo

26 ottobre 2021 | 14:33
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Inaugurato il Memoriale del CAI di Borgo San Dalmazzo
Inaugurato il Memoriale del CAI di Borgo San Dalmazzo
Inaugurato il Memoriale del CAI di Borgo San Dalmazzo
Inaugurato il Memoriale del CAI di Borgo San Dalmazzo
Inaugurato il Memoriale del CAI di Borgo San Dalmazzo
Inaugurato il Memoriale del CAI di Borgo San Dalmazzo

Un’opera dedicata a tutte le persone con cui sono state condivise fatiche e piaceri sui sentieri delle terre alte

L’idea di allestire un memoriale CAI è venuta in seguito alla scomparsa del caro amico Piero Marino, socio fondatore e colonna portante del CAI di Borgo San Dalmazzo avvenuta il 10 gennaio 2019.

Il consiglio Direttivo della sottosezione iniziò questa eventualità in una prima riunione lunedì 6 maggio 2019. A questa seguirono altre discussioni sulla tipologia del manufatto, sui costi, sul luogo del posizionamento, varie ed eventuali.

Grazie alla disponibilità dell’architetto Daniele Cavedal, anche lui grande appassionato e frequentatore dei monti, nonché professionista affermato e competente, si è riusciti a materializzare questo progetto. Approvata la tipologia di proposta dell’architetto, da parte del Direttivo, bisognava definire anche il posto dove posizionarla.

In origine la scelta cadde per la cima del monte Saben (m 1.670), cima che nonostante la modesta quota, riserva un grandioso panorama verso i monti circostanti e la pianura, ed è considerata un po’ la “montagna di Borgo”.

Purtroppo, nonostante il comune pensare, questa zona fa parte dei comuni di Valdieri e Moiola, ed il versante di Valdieri, da noi scelto perché ottimale come esposizione, entra in zona “Pre Parco” e ricade sotto i vincoli paesaggistici e architettonici imposti dalle normative vigenti, le quali impongono dei limiti a riguardo le varie edificazioni e posa di strutture varie.

Abbandonata questa ipotesi, dopo varie proposte e valutazioni la scelta è caduta su monte Croce, sopra l’abitato di S. Antonio di Aradolo, nel Comune di Borgo San Dalmazzo.

Presentata la dovuta documentazione e richiesta, al Comune di Borgo, è arrivata l’autorizzazione a procedere da parte della Pubblica Amministrazione. Intanto la pandemia Covid imponeva le varie restrizioni, che tutti ben conosciamo, limitando l’avanzamento dei lavori. Nel contempo, purtroppo anche a causa del covid, ci lasciavano altri amici e compagni di avventura sui monti. In conseguenza di tutto ciò si decideva di dedicare il memoriale a tutte le persone con cui abbiamo condiviso le fatiche e i piaceri sui sentieri delle terre alte. Nell’estate 2021, riprese le varie attività, si è riusciti a portare a termine i lavori, grazie al volontariato di alcuni soci del CAI di Borgo.

L’inaugurazione si è svolta domenica 24 ottobre con la partecipazione di molti soci e non soci, ma comunque accomunati dalla passione per la montagna.

La postazione è facile da raggiungere, lasciata l’auto a Tetto Pilone e calzati gli scarponcini, si seguono i vari cartelli indicatori per: monte Croce – Memoriale CAI, in direzione Ovest in una quindicina di minuti si arriva in cima, oppure facendo il piacevole “giro delle meridiane”, percorso molto apprezzato, particolarmente nel periodo autunnale con gli stupendi colori della stagione. Molte sono le aziende artigianali che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, a tutti loro va il grazie del CAI di Borgo, nel contempo si ringrazia l’architetto per la grande disponibilità, i vari soci che sono saliti svariate volte con pesi notevoli sulle spalle, l’Amministrazione Comunale, tutti i partecipanti all’inaugurazione e il gruppo di suonatori locali che hanno rallegrato la giornata.

Il memoriale è così strutturato:
– una base in ferro ossidato di forma pentagonale con all’interno una parte ripiegata con profilo di montagne con testo riportante “Ricordando chi ci guarda da lassù” J’amis dij brich 2020.
– due loghi in ceramica del Club Alpini Italiano e de J’amis dij brich.
– tre tronchi di piramide pentagonali di diversa altezza in acciaio inox.
Il tutto a rappresentare simbolicamente una anonima parete di difficile ascensione, dalla quale emergono brillanti cristalli di quarzo, posizionato su una roccia inclinata di circa trenta gradi e rivolta verso il corso del sole.