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Costigliole Saluzzo, l’Università di Torino ha ripreso gli scavi archeologici

5 settembre 2021 | 11:02
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Costigliole Saluzzo, l’Università di Torino ha ripreso gli scavi archeologici

Il sito, sorto in età Augustea, è l’insediamento rurale romano più ampiamente noto del Piemonte meridionale, tra i meglio conservati del Nord Italia

Costigliole Saluzzo. Lo scorso 18 agosto sono riprese le esplorazioni archeologiche a Costigliole Saluzzo da parte dell’Università di Torino.

Il sito, sorto in età Augustea, è l’insediamento rurale romano più ampiamente noto del Piemonte meridionale, tra i meglio conservati del Nord Italia.

Le esplorazioni si concluderanno a metà settembre. Sono iniziate nel 2003 e hanno portato a conoscenza di un esteso insediamento ai margini della pianura saluzzese, a ridosso della Val Varaita.

Secondo quanto riferisce l’Università “il lavoro svolto fino ad ora ha permesso di mettere in luce una villa rustica estesa per almeno 9000 mq, articolata in più edifici, con settori destinati a fini abitativi e produttivi (stoccaggio, immagazzinamento, trasformazione dei prodotti agricoli, attività artigianali). In particolare, sono attestate la lavorazione dei metalli, la produzione della ceramica e dei manufatti in terracotta, la molitura dei cereali e la viticoltura. Nel sito è infatti emerso un ampio impianto vinicolo, il primo rinvenuto nel Piemonte meridionale, tra i meglio conservati di tutta l’Italia settentrionale. Una parte del complesso funzionava inoltre come mansio, una sorta di rifugio dove ospitare viaggiatori e mercanti che trovavano nella villa di Costigliole un ideale punto di sosta dove riprendere le forze, rifocillarsi e abbandonare temporaneamente carri e merci. La villa si trovava infatti in posizione strategica rispetto alle antiche direttrici stradali che permettevano di spostarsi lungo la linea di pedemonte, ma anche di superare i valichi alpini verso la Gallia. La parte residenziale ha invece rivelato apprestamenti funzionali, come focolari in muratura, ma anche rifiniture e suppellettili di pregio che fanno intuire l’alto tenore di vita del proprietario che gestiva l’ampia tenuta intorno al complesso. Le indagini hanno permesso di risalire all’articolazione planimetrica e volumetrica degli edifici, oltre alle tecniche costruttive con cui sono state realizzate le murature, le coperture e il complesso sistema di canalizzazioni idrauliche sotterranee. Alle indagini sul terreno si associano da anni attività di studio e restauro delle strutture e dei numerosissimi reperti portati in luce, a cui fanno seguito attività di valorizzazione e “terza missione”.”