Confartigianato Cuneo rilancia l’allarme sui ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione alle imprese

31 agosto 2021 | 14:31
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Confartigianato Cuneo rilancia l’allarme sui ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione alle imprese

Il presidente Crosetto: “Una mancanza di rispetto per chi coraggiosamente sta cercando di riprendersi il futuro”

Le imprese del nostro Paese continuano ad essere sotto stress a causa dei ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione. Il 60,2% dei comuni italiani non rispetta il termine di legge di 30 giorni per pagare le aziende fornitrici di beni e servizi.

A rilevarlo è un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato che lancia l’allarme sul peggioramento della situazione dei debiti commerciali della PA verso i fornitori privati: nel 2020 sono lievitati complessivamente a 58 miliardi, con un aumento di 4 miliardi rispetto al 2019. Con queste cifre – sottolinea Confartigianato – l’Italia è maglia nera in Europa dove, in media, i debiti commerciali della PA rappresentano l’1,7% del Pil.

Addirittura, il 24,1% delle amministrazioni comunali, in particolare nel Sud, impiega ben oltre due mesi per saldare le fatture. Non sta bene però neppure il Nord, che in alcuni comuni fa registrare ritardi “problematici” nei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Anche la nostra provincia di Cuneo, pur virtuosa in tanti aspetti economici, inciampa vistosamente su questo fronte: con i suoi 40,68 giorni, si colloca in coda sia alla media nazionale, 36 giorni, sia a quella regionale, 39 giorni (*).

«È una mancanza di rispetto nei confronti di tanti imprenditori coraggiosi e volenterosi – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – già profondamente segnati dalla crisi pandemica. In attesa di essere pagati, molti di loro sono costretti a rivolgersi alle banche per ottenere la liquidità necessaria a mandare avanti l’azienda. Una situazione finita nel mirino della Commissione europea che ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese per il mancato rispetto della legge del 2013 che impone pagamenti a 30 giorni. La nostra Associazione da sempre indica una soluzione semplice ed efficace per far sì che le imprese vengano pagate dalla PA in tempi certi: applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la Pubblica Amministrazione. Soprattutto in un periodo in cui le imprese necessitano di mettere in campo nuove progettualità per la ripresa economica post crisi sanitaria, è impensabile che proprio le PA non forniscano loro le risorse <legittime> e in tempi congrui, a fronte di un lavoro svolto».

* Si precisa che il tempo di pagamento calcolato sulla base delle comunicazioni di pagamenti effettuate in Piattaforma dei Crediti CommercialI è un dato diverso dall’indicatore di tempestività dei pagamenti – ITP, che le pubbliche amministrazioni sono tenute a riportare nei rispettivi siti istituzionali, ai sensi del DPCM 22 settembre 2014. Quest’ultimo, infatti, si riferisce alla tempistica di tutti i pagamenti effettuati nel periodo considerato, indipendentemente dalla data di ricevimento delle fatture passive.