Boselli rimpiange Nello Streri e la sua cultura: “non si può fare l’assessore per caso”

21 agosto 2021 | 09:58
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Boselli rimpiange Nello Streri e la sua cultura: “non si può fare l’assessore per caso”

“Quando alla cultura manca l’anima neanche i soldi bastano. Cercheremo di ridargliela” spiega l’ex vicesindaco di Cuneo

Cuneo. Torna a far discutere un post pubblicato su facebook da Giancarlo Boselli, candidato alle prossime elezioni comunali a capo della lista “Indipendenti“. Questa volta “nel mirino” dell’ex vicesindaco di Cuneo la “questione cultura”.

“Perché – scrive Boselli – ancora oggi la città di Cuneo ricorda e rimpiange la gestione della Cultura di Nello Streri, che ha significato sopra tutto TEATRO, ma anche Cinema e museo? Perché gli assessori venuti dopo di lui non hanno potuto lasciare un segno? Con lui il Toselli era uno dei cuori pulsanti della città, perché una città può e deve avere tanti cuori. Ma quel teatro era vivo, anche quando gli attori scendevano dal palcoscenico, anche quando il sipario era chiuso. Intorno al teatro c’era un mondo in fermento. Il teatro si sentiva amato dall’amministrazione attraverso Streri, il quale per natura lo sentiva più suo che di altri. Streri conosceva i registi gli attori le compagnie. Con loro aveva un contatto diretto. Una commissione con lui programmava la stagione in ogni particolare. Non si faceva sfuggire nessuna occasione di legare un regista o un attore alla città”.

L’ex numero 2 di Alberto Valmaggia spiega di non rivolgersi a nessuno in particolare di chi è venuto dopo Streri. “Non me ne vogliano i suoi successori. Ma per fare l’Assessore alla Cultura bisogna amare il teatro, la musica, l’opera che sono i settori in cui si può agire più direttamente ma anche il cinema e tutto il resto. Se si fa l’assessore alla cultura per caso, non si istaura alcun rapporto con il mondo della cultura, quello nazionale, ma neanche con quello locale che deve avere un grande spazio e produrre. Se si prendono spettacoli preconfezionati passati da Torino, se si mortifica l’azione delle associazioni per aprire a bandi che poi spesso vanno deserti, non si produce nulla per la città e per il suo futuro”.
Secondo Boselli, infine, la differenza tra il modello evocato e la situazione attuale non è da ricondurre a una questione meramente economica. “Non mi si venga a dire che quelli di Nello erano tempi delle vacche grasse. Non è questa la spiegazione . Oggi si sprecano molti più denari preziosi in operazioni che sono vuote e fallimentari. È che quando alla cultura manca l’anima neanche i soldi bastano. Cercheremo di ridargliela”.