A Manta la mostra “Icone on the road” di Guido Palmiero

27 agosto 2021 | 15:29
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A Manta la mostra “Icone on the road” di Guido Palmiero

La mostra curata dall’artista saluzzese, si propone di fondere insieme la prima e la settima arte, con alcune delle scene più iconiche della storia del cinema applicate su parabrezza e altre parti di veicoli. Un viaggio “on the road” che porterà lo spettatore a rivivere scene mitiche in una veste totalmente nuova.

Manta. Verrà inaugurata il prossimo 3 settembre alle ore 18, presso la Chiesa di Santa Maria del Monastero, la mostra “Icone on the road” allestita dall’artista saluzzese Guido Palmiero. In occasione della inaugurazione sarà presente anche un sottofondo musicale curato dal Duo Romantico (Giacomo Abbà al flauto e Giovanni Salvaggi all’arpa). L’esposizione sarà visitabile dal 3 al 26 settembre, il sabato e la domenica dalle 14.30 alle 18.30 e nei giorni feriali su appuntamento.

Nella scheda di presentazione, la mostra viene definita “un seducente viaggio a ritroso nel tempo“, che si propone di fondere insieme l’arte moderna con le immagini più suggestive degli ultimi sessant’anni della storia del cinema, da Il Sorpasso di Risi al recente Joker. “La contaminazione tra cinema e pittura è uno degli aspetti più interessanti del panorama artistico del nostro tempo. Fin dalla sua nascita il cinema ha instaurato con l’arte un rapporto di reciprocità basato su esperienze di scambio e di confronto che hanno ampliato sensibilmente le possibilità espressive e linguistiche proprie dei due mezzi”, commenta Carla Bianco a proposito di “Icone on the road”.

Tutti i protagonisti delle opere di Palmiero sono in viaggio, e l’artista saluzzese si concentra sui loro volti e i loro gesti, cercando di dotarli di un’anima pur senza poter sfruttare il movimento, elemento portante del cinema. Un vero e proprio viaggio nel “non detto”. “Le opere proposte in questa mostra – fra le quali figura il lavoro realizzato dall’artista per il monumento al generale Carlo Alberto dalla Chiesa come opera a sé stante – sono il frutto di una lunga attività di retropittura, precisa e accurata, condotta con grande sapienza tecnica; un ritorno a un modo di dipingere “artigianale” che qualifica da sempre la nostra storia dell’arte. E a noi non resta che lasciarci sedurre da quegli sguardi, dalla forza di penetrazione di quei volti e dalla loro potenza fascinativa, con un poco di nostalgia per un mondo che è lo specchio dei nostri sogni, dei desideri, delle emozioni e talvolta delle nostre paure” conclude Carla Bianco nel presentare la mostra dell’artista saluzzese.