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“Richiamo Pfizer e Moderna a 42 giorni? Arma a doppio taglio per la ripresa”

9 maggio 2021 | 14:21
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“Richiamo Pfizer e Moderna a 42 giorni? Arma a doppio taglio per la ripresa”

Domenico Mamone (presidente del sindacato Unsic): “il vero problema è che la campagna vaccinale, nonostante le apprezzabili accelerate, non raggiunge ancora in modo stabile i numeri prefissati, le ormai famose 500mila dosi al giorno. E ciò rende lontano l’obiettivo dell’Unione europea per il 22 settembre 2021: raggiungere il target del 70% della popolazione”

Scrive Domenico Mamone, presidente del sindacato Unsic, con tremila uffici in tutta Italia.

“Allungare per Pfizer l’intervallo di tempo tra la prima e la seconda dose a 42 giorni? Avrebbe avuto senso ad inizio vaccinazione, garantendo opportunità di sopravvivenza ad un numero maggiore di persone a rischio. Oggi con la maggioranza degli ultrasettantenni vaccinati con almeno una dose (91% degli ultranovantenni, 89% degli ultraottantenni, 67% degli ultrasettantenni), questa opzione apporterebbe qualche beneficio in termini numerici alle categorie meno a rischio di ospedalizzazione, ad esempio la maggior parte dei quarantenni per i quali non è partita la vaccinazione. Ma nel contempo ridurrebbe i vaccinati totali, oggi 6,7 milioni (520mila in Piemonte), lasciando inalterate quelle preoccupazioni per la salute che costituiscono un freno per la ripresa economica e per il turismo.

Tanto più che, a causa soprattutto delle varianti, aumenta il numero dei vaccinati totali che si infettano in modo sintomatico – continua Mamone. “Emblematiche, in proposito, le cifre che il sindacato degli infermieri Nursing Up sta raccogliendo tra i sanitari, con l’importante focolaio all’ospedale di Taormina, ma altri casi, anche plurimi, ad Abbiategrasso, Avellino, Brescia, Pesaro, Latina e Messina.

Il vero problema è che la campagna vaccinale, nonostante le apprezzabili accelerate, non raggiunge ancora in modo stabile i numeri prefissati, le ormai famose 500mila dosi al giorno. E ciò rende lontano l’obiettivo dell’Unione europea per il 22 settembre 2021: raggiungere il target del 70% della popolazione. Una data che investe anche la scuola: il ministro dell’Istruzione ha annunciato per settembre tutti gli studenti in classe, ma se non accelereremo con le vaccinazioni si determineranno altri problemi in autunno. Il nodo resta AstraZeneca, di cui sono pieni i frigoriferi. Estendere fasce d’età o intervalli di tempo rischia di creare ulteriori confusioni. Servono più vaccini Pfizer e Moderna”.