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“Noi medici di base cuneesi che abbiamo scelto di vaccinare i nostri assistiti”

18 aprile 2021 | 10:50
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“Noi medici di base cuneesi che abbiamo scelto di vaccinare i nostri assistiti”
da sinistra: Davide Preve, Annalisa Amati, Francesco Galvagno
“Noi medici di base cuneesi che abbiamo scelto di vaccinare i nostri assistiti”
“Noi medici di base cuneesi che abbiamo scelto di vaccinare i nostri assistiti”
“Noi medici di base cuneesi che abbiamo scelto di vaccinare i nostri assistiti”
“Noi medici di base cuneesi che abbiamo scelto di vaccinare i nostri assistiti”
“Noi medici di base cuneesi che abbiamo scelto di vaccinare i nostri assistiti”

A Peveragno e Chiusa Pesio, anche grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali e al grande ‘esercito’ di volontari, Annalisa Amati, Davide Preve e Francesco Galvagno provvedono direttamente all’inoculazione delle dosi nei loro pazienti

Sin dall’inizio della campagna vaccinale contro il Covid-19, ai medici di base è stata concessa una facoltà in grado di influenzare l’esito e orientare la rotta della campagna stessa. La possibilità di provvedere personalmente all’inoculazione del vaccino ai propri assistiti ha rappresentato e rappresenta, infatti, uno strumento di straordinaria efficacia, sia per velocizzare il processo di somministrazione, sia per migliorare notevolmente l’approccio dei vaccinandi che possono affrontare un momento così psicologicamente delicato nel proprio paese e con il proprio medico.

Fatta dunque salva la sacrosanta legittimità di una scelta contraria, è del tutto evidente che laddove i medici di base hanno scelto di occuparsi personalmente dei propri pazienti (anche grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali e dei tanti corpi di volontariato), la campagna ha potuto godere di una forte accelerazione temporale, ma anche di un globale miglioramento nel modo in cui la comunità vive il vaccino stesso. E’ il caso, ad esempio, di Peveragno e Chiusa di Pesio dove, i medici Annalisa Amati, Davide Preve e Francesco Galvagno hanno deciso che, sì, sarebbero stati loro a inoculare il vaccino ai loro assistiti.

“All’inizio come molti miei colleghi sanno – spiega Annalisa Amatiero molto scettica sulla scelta di vaccinare i miei assistiti, soprattutto per la paura di non riuscire più a gestire il mio lavoro quotidiano che nell’ultimo anno è triplicato da quando c’è il Covid e per l’assenza di uno scudo legale (introdotto lo scorso 1° aprile ndr). Superate però le prime perplessità è stato poi del tutto naturale scegliere di prendermi personalmente cura dei miei assistiti. Non potevo tollerare il pensiero che soprattutto quelli appartenenti alle fasce di età più a rischio avrebbero dovuto attendere settimane, e magari mesi, prima di poter essere vaccinati, lasciandoli così per tanto tempo in una situazione in cui il rischio di contrarre una malattia così pericolosa per loro sarebbe stato molto alto. Comprendo quindi le motivazioni dei colleghi medici di famiglia che hanno compiuto una scelta diversa dalla mia, dall’altro tengo a dire che noi siamo la dimostrazione che se tutti gli attori di una comunità locale collaborano, può essere davvero possibile riuscire ad occuparci personalmente della vaccinazione. Per questo non posso che ringraziare i sindaci di Peveragno e Chiusa Pesio che sin da subito mi hanno dato una disponibilità pressochè totale. Così con il fondamentale contributo dei tanti volontari della Croce Rossa, del Soccorso Alpino, Anti incendi Boschivi, ANA Protezione Civile che si sono occupati di prenotare i pazienti e gestire i flussi in entrata ed uscita, nonché di monitorare la fase di osservazione post vaccino, siamo riusciti tutti insieme a realizzare un sogno. Per quanto impegnativo abbiamo terminato la vaccinazione dei 70-79 e la prossima settimana io concluderò le inoculazioni del vaccino anche a tutti i miei assistiti 60-69enni. Tengo a ringraziare in modo particolare la mia infermiera Monica Scanavino senza la quale non sarei mai riuscita a realizzare il progetto. Viviamo un momento storico senza precedenti nel quale ognuno deve gioco forza andare al di là di quelle che possono essere paure comprensibili e appoggiarsi a chi ha deciso di venirci incontro per aiutarci a compiere quello sforzo in più per essere in grado di velocizzare quel ritorno alla normalità che aspettiamo da così tanto tempo. Ma, credetemi, personalmente ad oggi non mi va nemmeno di parlare di sforzo perchè gli sguardi dei miei pazienti che con così tanta fiducia si affidano a me, mi ripagano quotidianamente di ogni fatica e attenuano una stanchezza fisica e psicologica che dopo ormai quattordici mesi si fa sentire sempre di più. Noi medici di famiglia conosciamo come nessun altro i nostri assistiti e possiamo fare sì che vivano l’esperienza del vaccino con una serenità che deriva dalla fiducia che abbiamo acquisito negli anni e solo noi possiamo fare sì che per loro si accorcino drasticamente i tempi di attesa salvando molti di loro dal contagio. Noi MMG abbiamo in mano un’arma potentissima, usiamola!”

“La mia – racconta Davide Preveè stata prettamente una scelta di coscienza dettata da una considerazione: prima iniziamo a vaccinare e prima usciremo dall’emergenza. Ma soprattutto ho condiviso la scelta britannica di provvedere ad inoculare in massa la prima dose del vaccino che, da sola, consente di ridurre del 50/60% la possibilità di contrarre il virus ed esclude nell’80% dei casi il decorso grave della malattia. Ciò significa che più l’inoculazione della prima dose è rapida e prima si iniziano a svuotare gli ospedali che è ovviamente la questione maggiormente prioritaria. Sappiamo tutti, infatti, come la gravità di questa pandemia sia stata soprattutto dettata dalla pressione che è riuscita a esercitare sui nosocomi, facendo vivere loro momenti terribili. Così, conoscendo i tempi dell’ASL, ho pensato che per un’azione davvero veloce ed efficace avrei dovuto agire da solo. Appena mi sono arrivati vaccini, così, ho iniziato le inoculazioni nel mio studio per mettere al sicuro il prima possibile i miei pazienti. Ho poi accolto con grande favore la proposta e l’invito del sindaco di Chiusa Pesio di utilizzare il palazzetto dello sport dove ho proseguito l’attività nella sessione successiva. In sole tre giornate così ho già vaccinato più di 170 persone, ovvero circa il 15% dei miei assistiti. Per noi il rapporto di fiducia con i nostri mutuati viene prima di ogni altra cosa perchè spesso e volentieri siamo l’unico interlocutore che li ascolta e cerca di fornire loro una risposta. Un lavoro anche psicologico che in questi giorni è stato facilitato dal grande aiuto fornitomi dalle amministrazioni comunali di Peveragno e Chiusa Pesio che desidero ringraziare per essersi accollati gli aspetti burocratici e l’assistenza telefonica a tutti coloro i quali chiedevano informazioni o non erano in grado di provvedere autonomamente alla prenotazione attraverso il portale web regionale. Così come desidero ringraziare la Protezione Civile di Chiusa Pesio, il gruppo volontari civici di Chiusa Pesio, la Croce Rossa di Peveragno ed Eleonora della Farmacia Levrone di Chiusa Pesio.

“Sono convinto – è il parere di Francesco Galvagnodell’indispensabilità della vaccinazione tanto è vero che ho immediatamente dato il mio assenso ad effettuarla. Tuttavia gli inizi non sono stati particolarmente confortanti con tutta la componente burocratica e organizzativa da dover gestire direttamente. Ciò nonostante non mi sono fatto prendere dallo sconforto e tutto alla fine si è risolto, così ho iniziato vaccinare. A mio giudizio non c’erano altre soluzioni perchè  credo che il modo migliore per effettuare una campagna di vaccinazione in maniera capillare sia proprio quello di appoggiarsi ai medici di base. Oggi, sono tranquillo e convinto della scelta perchè credo fermamente in ciò che faccio. Mi sono “ritagliato” delle sessioni apposite per evitare sovrapposizioni con la quotidiana attività dello studio. Devo dire che ho apprezzato molto lo sforzo organizzativo messo in campo dall’amministrazione comunale e dai tanti volontari per mettere noi medici nelle condizioni migliori per poter lavorare. Sono molto contento perchè rispetto ai miei inizi a Chiusa Pesio, oggi nel paese vedo e sento un forte senso di appartenenza al volontariato e mi fa molto piacere notare questa sensibilità”.

Soddisfatti anche i sindaci dei due comuni nei quali i tre medici operano. “Il tutto è stato fattibile grazie ad un grande lavoro di squadra nel quale ognuno ha fatto e continua a fare la sua parte – commenta Paolo Renaudi, sindaco di Peveragno. – A fianco dei medici che si sono resi disponibili abbiamo avuto, come sempre, una risposta straordinaria dal volontariato locale, dai gruppi di protezione civile, Croce Rossa, AIB e Soccorso Alpino. Insomma, abbiamo avuto l’ennesima conferma che quando c’è da rispondere coralmente sul territorio il mondo della Protezione Civile peveragnese e del volontariato c’è. Ma naturalmente, il mio ringraziamento è rivolto anche ai medici per la loro disponibilità perchè se loro non si fossero resi disponibili, non sarebbe potuta partire la campagna vaccinale nel nostro comune”.

“Sentito il parere dei medici – commenta Claudio Baudino, sindaco di Chiusa Pesio – ci siamo adoperati sin da subito per allestire il centro vaccinale presso il nostro palazzetto dello sport. Grazie al contributo fondamentale dei volontari civici, della Protezione Civile e dell’A.I.B Chiusa di Pesio, oltre che della Croce Rossa di Peveragno, siamo riusciti a organizzare tutto per il meglio e i medici hanno potuto lavorare in condizioni ideali. Ribadiamo ancora una volta che l’amministrazione comunale, l’esercito di volontari e la nostra struttura sono a disposizione di qualunque medico desideri procedere alle vaccinazioni. Ringrazio il dottor Galvagno e il dottor Preve che, in collaborazione con le dottoresse Amati e Campana, nei soli ultimi due giorni hanno vaccinato decine e decine di persone dando ulteriore impulso a quella che è naturalmente un’attività fondamentale per sconfiggere la pandemia”.

All’esempio portato dai due paesi ai piedi della Bisalta guardano positivamente anche altri comuni circostanti. “Spero che l’esempio della dottoressa Amati e degli altri due medici sia ‘contagioso’ per tanti altri colleghi – spiega Maurizio Paoletti, sindaco di Boves. – Questo è il momento del coraggio ed abbiamo bisogno di persone coraggiose che si spendano per il bene delle proprie comunità oltre il proprio dovere”. Il sindaco di Beinette Lorenzo Busciglio, invece, ribadisce che l’amministrazione comunale ha dato e continua a dare piena disponibilità di locali e servizi non sanitari annessi alla somministrazione del vaccino ai medici che volessero utilizzarli.

Peveragno e Chiusa Pesio sono oggi la dimostrazione che attraverso un lavoro corale è possibile creare autentici circoli virtuosi a cui i singoli attori possono guardare con orgoglio e soddisfazione poichè frutto di un impegno richiesto, non dovuto, ma tremendamente importante per la comunità. Un decisivo contributo, il loro, verso la tanto agognata normalità, anche nostra.