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Il Buongiorno di Cuneo24

12 aprile 2021 | 08:01
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Il Buongiorno di Cuneo24

Nel 1334 la Repubblica Fiorentina nomina Giotto di Bondone capomastro del Duomo e architetto delle fortificazioni

Cuneo. Il sole è sorto alle 6:46 e tramonta alle 20:15. Durata del giorno tredici ore e ventinove minuti.

Santi del giorno
San Zeno (Zenone) di Verona, vescovo, è il protettore dei pescatori.
San Giulio I, Papa.
San Saba il Goto, martire.

Avvenimenti
1334 – La Repubblica Fiorentina nomina Giotto di Bondone capomastro del Duomo e architetto delle fortificazioni.
1849 – L’astronomo italiano Annibale De Gasparis scopre Igea, uno dei principali asteroidi della Fascia principale del Sistema solare.
1992 – Francia: La Cinq cessa le sue trasmissioni.
2009 – Lo Zimbabwe abbandona ufficialmente la sua valuta, il dollaro zimbabwese.

Nati in questo giorno
Blerim Džemaili – E’ un calciatore svizzero di etnia albanese, centrocampista della Nazionale svizzera. Gioca nel Bologna dalla stagione 2016/17 al 31 gennaio 2020, quando si trasferisce allo Shenzen, in Cina ma va via nel mese di ottobre senza mai giocare per il blocco dei campionati a causa della pandemia mondiale. Il 18 dicembre torna a Zurigo dove è iniziata la sua carriera. In Italia arriva al Torino (2008/09) poi va al Parma (2009/11), dove si mette in luce tanto da essere acquistato dal Napoli (2011/14), collezionando in serie A 86 presenze e 16 reti, con una predilezione per i tiri da fuori area. In maglia azzurra conquista la Coppa Italia 2011/12 e 2013/14. Nel settembre 2014 diventa un calciatore dei turchi del Galatasaray, che l’anno dopo lo cedono in prestito al Genoa. Festeggia 35 anni.
Flavio Briatore – E’ noto per avere un grande fiuto nello scoprire giovani piloti di talento (come Mark Webber, Jarno Trulli, Giancarlo Fisichella, Alex Wurz e Fernando Alonso) ma è anche noto per il suo talento nello scovare giovani veneri disposte a fidanzarsi con lui, anche quando non era più nel fiore della gioventù. Eppure top model come Naomi Campbell o Heidi Klum hanno ceduto al fascino di questo solido cuneese dai modi un po’ bruschi, ma dalla simpatia irresistibile e un po’ guascona.
Flavio Briatore, nato il 12 aprile 1950 a Verzuolo (CN), qualche merito indubbiamente ce l’ha, avendo portato nello statico mondo della F1 uno stile di gestione dinamico e innovativo. Ormai da più di un decennio nel “paddock” delle gare automobilistiche è diventato un protagonista, anche grazie al già ricordato intuito nella scelta dei talenti e delle strategie di marketing. Il suo è un nome che con il tempo ha saputo imporre quasi alla stregua di un vero e proprio brand, con la conseguenza che ormai dire ‘Briatore’ significa descrivere in modo condensato un certo stile di vita, improntato alla mondanità e al divertimento, mai dissociato però da caratteristiche quali volontà di ferro, ambizione, capacità e doti manageriali e dedizione al lavoro. E’ il 1974 quando Briatore, mentre lavora alla borsa di Milano, conosce Luciano Benetton: l’incontro influirà su tutti gli aspetti della sua carriera futura. Dal 1977 collaborerà all’espansione dell’azienda Benetton sul territorio americano fino ad assumere la direzione della ‘Benetton Formula’ nel 1989. Nel 1994 vince il Campionato Piloti con Michael Schumacher (da lui ingaggiato 3 anni prima). L’anno successivo grazie al sodalizio con i motori Renault, la squadra conquista il Campionato Costruttori e il Campionato Piloti. Nel 1998 lascia la direzione della scuderia per creare la “Supertec Sport”, società per la fornitura di motori F1, con cui correranno la Benetton ed altre squadre. Due anni più tardi (2000) la Renault rientra in F1 acquistando la Benetton Formula: Briatore è incaricato di dirigere la nuova scuderia Renault F1 Team. Le responsabilità di Flavio in seno alla scuderia vengono estese nel 2003, con la nomina ad amministratore delegato di Renault F1 Team Francia. Flavio Briatore non si è accontentato dei successi manageriali, ma, arrivato alla boa della mezza età, si è messo a creare occasioni di divertimento per Vip che in poco tempo hanno animato cronache giornalistiche e pettegolezzi mondani. L’idea? Un locale esclusivo in cui i paparazzi abbiano il ruolo principale di cassa di risonanza, assetati di volti, immagini e corpi. E il nome del locale, che poi è anche un club, è tutto un programma: “Billionaire”: richiamo di notti dissolute e spensierate sull’onda di milioni sperperati in champagne. Anche il luogo è stato scelto con cura: un’ex villa con una meravigliosa vista sul golfo del Pevero restaurata nel 1988 da un famoso architetto francese. In breve tempo, inutile dirlo, è diventato il locale più esclusivo d’Europa, frequentato da personaggi del jet-set internazionale, imponendosi come il fulcro del divertimento notturno della Costa Smeralda. Briatore incarna in un certo qual modo il sogno italiano del proletario che diventa ricco, dell’incolto che a forza di intraprendenza, furbizia e sagacia si apre una breccia nel bel mondo e riesce a fare il salto di classe. Forse non sarà un damerino ma in un’Italia in cui impazzano i reality-show e individui umani di dubbia levatura, Flavio Briatore rischia di fare la figura del vecchio gentiluomo di campagna.
La stagione 2004/2005 in Formula 1 è stata la sua più importante: insieme al titolo modiale piloti conquistato dal giovanissimo Fernando Alonso, Flavio Briatore ha guidato il team Renault alla sua prima storica vittoria del titolo mondiale Costruttori. Dal 2006 la sua compagna è la showgirl Elisabetta Gregoraci con la quale si è unito in matrimonio il 14 giugno 2008. Alla fine del mese di agosto 2009 il pilota della Renault Nelson Piquet Jr. viene accusato di essere intenzionalmente uscito di strada durante il GP di Singapore del 2008, dietro ordine di Briatore. Il fatto ha suscitato molte polemiche tanto che Flavio Briatore, insieme al capo degli ingegneri Pat Symond, nel mese di settembre successivo lasciano il team ING Renault. Il 21 settembre 2009 il Consiglio Mondiale della FIA ha radiato Flavio Briatore, squalificandolo a vita, impedendogli l’accesso alle aree operative della Formula 1 e vietandogli ogni contatto con scuderie e piloti. Il 18 marzo 2010 diventa padre di Falco Nathan, dato alla luce dalla moglie Elisabetta Gregoraci. Festeggia 71 anni.

Eventi sportivi
2000 – Dramma Ronnie: giorno triste per il calcio. Al di là del tifo, al di là della maglia, ciò che avvenne il 12 aprile 2000 allo stadio Olimpico di Roma rimase nella memoria di tutti. In quegli anni Luis Nazario de Lima, per tutti Ronaldo, era in calciatore probabilmente più forte e spettacolare del pianeta. Quel giorno il Fenomeno rientrava da un infortunio piuttosto grave. Il 12 aprile era in programma la finale di andata di Coppa Italia tra Lazio e Inter. Intorno al 15’ della ripresa, con i nerazzurri sotto 2-1, Lippi decise di mandare in campo Ronaldo. Al 22’, appena otto minuti dopo il suo ingresso, il Fenomeno puntò Fernando Couto, provò il suo proverbiale doppio passo ma incredibilmente il ginocchio cedette ancora. Compagni e avversari si portano le mani in testa, Simeone – avversario laziale e argentino – capì subito il dramma e chiamò i soccorsi. Lo stadio ammutolì, Ronaldo urlava dal dolore ed uscì tra le lacrime. A piangere, però, non fu soltanto lui ma tutto il mondo del calcio. Le immagini di quel ginocchio fuori dal suo asse naturale fecero il giro del pianeta: il ritorno del calciatore più forte era durato appena otto minuti. La notte stessa ripartì per Parigi dove era stato operato la prima volta tornando sotto i ferri del dottor Saillant. La riabilitazione fu lunghissima, Ronaldo riprese a giocare nel giugno 2001 in un’amichevole contro il Sant’Angelo Lodigiano. Riuscì anche a vincere il Mondiale del 2002 da protagonista assoluto e segnare tanti altri gol con l’Inter prima e il Real Madrid poi. Quello di Roma non era stato il primo infortunio e – purtroppo per lui – neppure l’ultimo, ma ciò che fu il Fenomeno prima di quel 12 aprile rimarrà per sempre a terra, in lacrime, sul prato dell’Olimpico.

Proverbio/Citazione
L’acqua d’aprile, il bue ingrassa, il porco uccide, e la pecora se ne ride.
“Io sono made in Italy da esportazione.” Flavio Briatore