“Finanziare la maternità”: Popolo della Famiglia cuneese condivide l’idea di Mario Adinolfi

1 aprile 2021 | 08:54
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“Finanziare la maternità”: Popolo della Famiglia cuneese condivide l’idea di Mario Adinolfi
da sinistra: Dario Campanella, Mario Adinolfi, Antonio Panero

Mario Campanella (PdF): “Per la famiglia l’assegno unico è un pannicello caldo che non risolverà il problema della denatalità”

“Il Popolo della Famiglia della provincia di Cuneo condivide i dubbi e le preoccupazioni espresse dal Presidente nazionale Mario Adinolfi in merito all’assegno universale per figlio recentemente approvato in prima lettura al Senato”: cosi Antonio Panero, Coordinatore provinciale del partito, a commento della notizia appena rilanciata dalle agenzie di stampa.

“La nostra proposta, il reddito di maternità, avrebbe anche un costo inferiore – sottolinea il Dirigente nazionale Mario Campanella – L’esigenza fondamentale è fermare la tragedia della denatalità in Italia e l’assegno unico non lo fa. Dà solo una mancetta a qualche famiglia (mentre alcune potrebbero addirittura ricevere meno che in passato), ma non risolve nulla dal punto di vista sostanziale. L’unico modo per far ripartire la maternità è finanziarla. Purtroppo anche questo Governo si allinea con i precedenti proponendo soluzioni che si sono dimostrate dal 2008 in poi assolutamente inefficaci nel bloccare la denatalità, come confermano i dati dell’ISTAT che anche per quest’anno prevedono un altro minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia”.

Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, dopo il via libera definitivo dall’Aula del Senato al ddl sull’assegno unico per i figli non ha nascosto la sua “preoccupazione” all’Adnkronos con queste parole: “Se l’assegno unico è la risposta del Governo alla tragedia della denatalità, purtroppo dobbiamo affermare che questo pannicello caldo – perché di questo si tratta – non risolverà, anzi è possibile che vedremo aggravarsi la situazione nel nostro Paese. Noi proponiamo da tempo – continua Adinolfi – il reddito di maternità, ovvero puntare sul riconoscimento lavorativo della funzione della madre. Che significa riconoscere un diritto in più alla donna, che possa scegliere anche il lavoro domestico come impegno in cui espletare la propria femminilità prevedendo il pagamento di uno stipendio di 1.000 euro al mese per i primi 8 anni di vita di ogni figlio. Questo provvedimento, peraltro, avrebbe un costo inferiore rispetto alla spesa dell’assegno unico. Questo è l’unico modo per far ripartire la maternità in Italia”.