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Nella terra dell’olio e del vino, il Parco delle sculture di Rainer Kriester

21 marzo 2021 | 11:10
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Nella terra dell’olio e del vino, il Parco delle sculture di Rainer Kriester
Nella terra dell’olio e del vino, il Parco delle sculture di Rainer Kriester
Nella terra dell’olio e del vino, il Parco delle sculture di Rainer Kriester
Nella terra dell’olio e del vino, il Parco delle sculture di Rainer Kriester
Nella terra dell’olio e del vino, il Parco delle sculture di Rainer Kriester

Un luogo veramente magico, la percezione del tempo cambia, lo sguardo spazia sull’insieme e indugia sui dettagli, cercando di cogliere un significato nelle misteriose linee, occhi, numeri e tratti geometrici scolpiti nella pietra di Finale

Situato nell’entroterra di Albenga in Valle di Arroscia, in un’area dove da sempre si producono vini bianchi quali Vermentino e Pigato e il superbo olio di taggiasca, compreso in un percorso enogastronomico che i più ghiottoni già conoscono: “La strada del Vino e dell’Olio dalle Alpi al Mare”, il Parco delle sculture di Rainer Kriester non si fa notare dalla strada, un cartello ne indica l’esistenza a margine di una curva e l’accesso mediante un breve tratto sterrato.

Lo si raggiunge comodamente da Albenga a meno che, leggendo su questa stessa rubrica l’articolo su Castelvecchio di Rocca Barbèna, non si decida di giungere da quella direzione, magari dopo aver visitato il borgo medievale di Zuccarello. È un luogo veramente magico, la percezione del tempo cambia, lo sguardo spazia sull’insieme e indugia sui dettagli, cercando di cogliere un significato nelle misteriose linee, occhi, numeri e tratti geometrici scolpiti nella pietra di Finale.

La piccola radura che contiene il parco è preceduta da un albero regala un pò di fresca ombra al visitatore che qui si ferma in estate, un paio di panchine offrono la possibilità di sostare tra la scoperta di un monolite e un altro, incorniciati da siepi di macchia mediterranea e piante.

Per noi motociclisti è sicuramente preferibile giungere esattamente dalla parte opposta e nello specifico valicando il Colle di Nava e quindi, dopo aver passato gli abitati di Pieve di Teco e Vessalico, giunti a Borghetto di Arroscia iniziare a risalire il versante verso le frazioni di Gazzo, Casale e Villa Gavenola, su strade tortuose che passano negli uliveti, tra i muri a secco che ricoprono interamente il versante, testimoni della immane fatica di generazioni  per strappare terreno coltivabile alla montagna.

Proseguendo per Aquila di Arroscia, Costa Bacelega, Varavo superiore e il piccolo borgo di Leuso, tappa per me obbligatoria per fermarmi a mangiare nell’unica trattoria presente i ravioli olio e timo, preparati freschissimi da Anna. QUI la sua ubicazione!

Buona ricerca e ricordate: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (cit. Marcel Proust)

NOTA: Vi rammento che lo scopo di questa rubrica è semplicemente di incuriosirvi, spingendovi ad approfondire da soli gli argomenti e fornendovi, qualora ve ne fosse il caso, un “pretesto” per prendere la moto e andare a farvi un giretto!

[Articolo di Angelo Angelucci – The BYK – segui la moto gialla]