Confcommercio Cuneo analizza la situazione movida e impatto acustico nel centro storico

16 marzo 2021 | 14:30
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Confcommercio Cuneo analizza la situazione movida e impatto acustico nel centro storico

Attraverso una nota dell’Avv. Giacomo Matteoni, consulente di Confcommercio Imprese per l’Italia, si sancisce che il problema sta nell’inadeguatezza delle norme nazionali in tema di gestione dei centri storici.

Confcommercio Imprese per l’Italia di Cuneo ha voluto esprimere, attraverso una nota del consulente Avv. Giacomo Matteoni, la propria posizione circa il dibattuto tema della movida e dell’impatto acustico nel centro storico cittadino, a seguito della sentenza Tribunale di Cuneo per disturbo della quiete pubblica pronunciata nei mesi scorsi dal Tribunale di Cuneo. Ecco le parole dell’Avvocato Matteoni.

“Quello che sta accadendo nel centro di Cuneo è esattamente quello che sta accadendo in tutte le città dove i centri storici sono vivaci e attirano persone. A nostro parere non si tratta di un problema dei gestori, come si tenta di fare, quanto piuttosto di una normativa nazionale sui limiti acustici non più adeguata alla forma dei centri storici attuali e alla presenza dei dehors che hanno modificato gli spazi e le abitudini, e che obbliga le amministrazioni comunali a contemperare nel modo più corretto possibile i diversi interessi in gioco.

Ciò che appare, in realtà, è la sensazione che venga richiesto al gestore un gravoso onere, peraltro non meglio precisato nei suoi confini giuridici e nei protocolli regolamentari, di garantire e coordinare l’ordine pubblico dei centri storici, in sostituzione delle forze di polizia locale, quando ben sappiamo che ciò non può essere. E proprio in ragione di tale situazione, oramai da tempo, sono proprio i gestori dei locali del centro storico a chiedere aiuto a Confcommercio Cuneo e all’amministrazione comunale per individuare gli strumenti giuridici e regolamentari più efficaci a garantire gli interessi di chi lavora nel rispetto dei diritti dei residenti del centro storico. Siamo però dell’idea che non è attraverso “una caccia alle streghe” che si troveranno le soluzioni al problema, ma solo creando un dialogo reale e realizzando dei “documenti” che impegnino tutte le parti in gioco, nessuna esclusa, al rispetto e al decoro del centro e delle norme, in una crescente consapevolezza reciproca che oggi i centri storici hanno forme e condizioni totalmente diverse rispetto al passato.

Ciò anche nell’ottica di scongiurare il rischio che tale clima possa produrre ulteriori danni economici irreversibili alle imprese, con una progressiva “desertificazione” dei centri storici che accrescerà, al contrario, la percezione di pericolo nei cittadini stessi.”.