“Siamo sicuri che la scelta del Carle sia la migliore per il progetto del nuovo ospedale?”

4 febbraio 2021 | 11:05
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“Siamo sicuri che la scelta del Carle sia la migliore per il progetto del nuovo ospedale?”

A lanciare lo spunto di riflessione è il cittadino cuneese Lorenzo Pallavicini, attraverso una lettera inviata alla redazione. Un nuovo parere nell’accesissimo dibattito sul nuovo ospedale.

Scrive Lorenzo Pallavicini, cittadino cuneese, in proposito del tema nuovo ospedale cittadino:

La decisione presa dal consiglio comunale sul futuro polo ospedaliero pare troppo affrettata, soprattutto alla luce delle nuove esigenze della sanità che sono state messe a nudo dalla pandemia.

Quello che poteva valere fino al gennaio del 2020 è stato spazzato via dalla catastrofe sanitaria ed economica più grande dal dopoguerra e serve ripensare ad un concetto diverso di salute perché quello attuale, nonostante il grande lavoro del personale sanitario, ha dimostrato che non è più adeguato.

Il modello migliore non sarebbe, invece di avere pochi e giganteschi “hub” ospedalieri, quello di una rete capillare di realtà anche più piccole ma molto più diffuse lungo tutto il territorio, riducendo le ospedalizzazioni e potenziando le cure domiciliari?

Come si è arrivati ad una decisione così importante senza aver consultato in modo davvero esauriente sia i cittadini cuneesisia chi vive e lavora in ospedale tutti i giorni, che in questi mesi hanno avuto necessità ben diverse essendoci ancora tanti problemi legati alla pandemia.

Ci sono persone della maggioranza consiliare che, riferendosi al futuro dell’attuale Santa Croce, hanno sostenuto di “non essere spaventati da una espansione della città verso sud.” Davvero chi sostiene tale proposito ritiene un vantaggio ridurre i servizi basilari come quelli socio sanitari per cedere alle mire immobiliari?

Il governo difficilmente userà i soldi del MES sanitario, vista l’opposizione di diverse forze politiche a tale strumento, e tra autorizzazioni ed iter burocratici della Regione ci vorranno diversi anni che renderanno quasi impossibile inserire tale progetto nel Next Generation EU e quindi perché avere accelerato così senza aver approfondito di più l’argomento con cittadini, imprese e addetti ai lavori?”