“Liquidatore di stato”: a Cuneo e Alba striscioni di CasaPound contro Mario Draghi

6 febbraio 2021 | 11:27
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“Liquidatore di stato”: a Cuneo e Alba striscioni di CasaPound contro Mario Draghi
“Liquidatore di stato”: a Cuneo e Alba striscioni di CasaPound contro Mario Draghi
“Liquidatore di stato”: a Cuneo e Alba striscioni di CasaPound contro Mario Draghi

“Dopo l’ennesimo gioco di palazzo entra in scena l’uomo a cui nel 1992 a bordo del panfilo Britannia fu ordinata la svendita dell’Italia ai grandi finanzieri”

Cuneo. “Dal Britannia alla Bce, Draghi liquidatore di Stato”. È questo il testo dello  striscione contro Mario Draghi apparso questa mattina a Cuneo, ad Alba ed in oltre cento città italiane a firma CasaPound Italia. Anche sui social, da ieri, è partita la campagna di Cpi che ha lanciato l’hashtag #direzionegrecia rimarcando la crisi dello Stato europeo iniziata nel 2009.

“Dopo l’ennesimo gioco di palazzo – spiega CasaPound in una nota – entra in scena Mario Draghi, l’uomo a cui nel 1992 a bordo del panfilo Britannia fu ordinata la svendita dell’Italia ai grandi finanzieri. Mario Draghi – si legge nella nota – uomo legato a Goldman Sachs, così come lo è Romano Prodi, capo del governo per ben due volte, e Mario Monti, imposto nel 2011 da Giorgio Napolitano e tuttora senatore a vita con la capacità di essere decisivo nelle decisioni di governo. Mario Draghi, per anni a capo della Bce che lanciò la politica dell’austerity. Ancora una volta viene sancita la totale subordinazione della politica italiana a decisioni a cui l’Italia non può prendere parte. Per una questione di cultura politica, perché oramai la sovranità nazionale e l’autonomia decisionale vengono viste come un ostacolo anziché un principio cardine, ma anche per totale incapacità di gestione. In parlamento siedono solo figuranti la cui unica preoccupazione è mantenere la poltrona, abbiamo assistito a un governo deprimente per la sua totale incompetenza e le sue farse da cinepanettone, mentre l’opposizione si sfilava dalle sue responsabilità rifiutandosi più volte di dare spallate decisive forse proprio per paura di dover andare al governo. Non ci stupiamo che la troika internazionale si rifiuti di consegnare i miliardi del Recovery Fund e del Mes a una tale classe politica ridicola e grottesca, chiamando e imponendo i suoi ‘professionisti’ a gestire – conclude Cpi – le politiche decise su altri tavoli”.