“Gestione lupo fuori controllo e pagano gli allevatori. Serve nuovo definitivo piano di contenimento”

14 febbraio 2021 | 15:09
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“Gestione lupo fuori controllo e pagano gli allevatori. Serve nuovo definitivo piano di contenimento”

Dago, Gagliasso e Leone (Lega Salvini Piemonte): “ora le bestie sono ricoverate nelle stalle, ma con l’avvicinarsi della primavera riprenderà la transumanza verso gli alpeggi e con essa gli attacchi da parte dei branchi”

Scrivono Dago, Gagliasso e Leone (Lega Salvini Piemonte).

“Dopo aver audito Life Wolfalps, le assicurazioni e gli uffici regionali che si occupano dei risarcimenti, la Quinta commissione Ambiente, presieduta dal leghista Angelo Dago, e la Terza commissione Commercio, presieduta dal leghista Claudio Leone, si sono confrontate questo pomeriggio con gli enti locali, la Provincia del Vco e l’Unione montata dei Comuni della Valsesia, la Coldiretti, la Cia e Confagricoltura e i comitati di salvaguardia degli alpeggi e di difesa degli allevatori delle province di Cuneo, Torino e del Verbano-Cusio-Ossola per affrontare nuovamente l’annoso problema dei danni causati dall’incontrollato proliferare dei lupi in Piemonte.

“Dobbiamo prendere atto di come la gestione del lupo in Piemonte stia ormai sfuggendo di mano visto che le azioni di contrasto fin qui adottate, dai cani da guardia alle recinzioni, si sono dimostrate inefficaci, soprattutto in montagna. Il risultato è che a pagarne le conseguenze sono solo e sempre gli allevatori: ora le bestie sono ricoverate nelle stalle, ma con l’avvicinarsi della primavera riprenderà la transumanza verso gli alpeggi e con essa gli attacchi da parte dei branchi. Già adesso molte famiglie, che tra mille difficoltà gestiscono piccole e piccolissime imprese di allevamento, devono vegliare tutte le notti per scongiurare le scorribande dei lupi all’interno delle loro aziende. E’ quindi comprensibile che chi voleva avvicinarsi alla montagna per avviare un’attività imprenditoriale in questo settore riveda oggi i propri piani, nonostante gli investimenti che la Regione ha attivato in questi anni per favorire il ripopolamento delle terre alte. Detto che quello del lupo sta diventando un problema che non interessa solo le nostre vallate: gli avvistamenti si stanno moltiplicando, tanto sulle nostre colline quanto in pianura”.

“Personalmente ho potuto vedere la fotografia di un lupo che scorrazzava su una strada statale del Saviglianese ovvero nel cuore della pianura della Granda e alle porte della provincia di Torino. Metaforicamente, questa immagine rappresenta bene come i buoi siano ormai scappati dal recinto, e ora sia difficile se non impossibile ricondurli al suo interno. I piani fin qui adottati hanno dimostrato un evidente squilibrio a favore della proliferazione dei lupi e a danno della loro convivenza con chi in montagna vive e lavora. Dalla provincia di Cuneo, quindi, i branchi si sono moltiplicati a dismisura fino a raggiungere tutti i territori del Piemonte. Non possiamo immaginare di risolvere questa emergenza aggrappandoci solo all’utopia di realizzare in montagna improbabili recinti. Anche perché ormai la diffusione del lupo interessa tutta la regione, e presto potrebbe estendersi al resto del Paese. Per questo motivo è infine necessario adottare qualunque protocollo, anche a livello europeo, per evitare che la proliferazione dei branchi diventi un’emergenza nazionale”.

“Credo sia ormai fondamentale che il progetto Life Wolfalps prenda in considerazione le istanze degli allevatori perché sono i primi custodi delle nostre montagne e i primi a pagare le conseguenze di questa vera e propria invasione. Occorre avere il coraggio di riconsiderare completamente la gestione del lupo nella nostra regione, avviando dei veri piani di contenimento che possano restituire dignità e sicurezza a chi nelle terre alte vive, investe e lavora. Il Piemonte, e più in generale l’Italia, deve abbracciare l’orizzonte di una strategia di respiro europeo che consideri anche un serio programma di abbattimento selettivo, così come già accade in Francia, a pochi chilometri dai nostri confini. Questa è l’unica soluzione efficace”.