Sci, impianti aperti dal 18 gennaio? “Ancora tante, troppe incertezze”

7 gennaio 2021 | 17:35
Share0
Sci, impianti aperti dal 18 gennaio? “Ancora tante, troppe incertezze”

Con le restrizioni vigenti (e fors’anche future) in materia di spostamenti tra regioni, le prospettive per il turismo della neve sono tutt’altro che confortanti. Intanto dal Torinese (Salice d’Ulzio) parte una lettera indirizzata a Cirio e ai ministri Speranza, Franceschini e Spadafora: “Centri commerciali e scuole aperte con assembramenti, perché lo sci deve restar al palo?”

Lo sci riparte il 18 gennaio? La riapertura degli impianti è ancora permeata da “tante, troppe incertezze”, come dichiara all’Ansa Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef (associazione nazionale dei gestori funiviari).

“Ipotizziamo che il protocollo di sicurezza venga approvato dal CTS in tempo utile e che il Governo confermi la data di apertura per il 18 e non la rinvii per la crescita dei contagi: in questo caso si potrebbe pensare di aprire il 18 gennaio – dichiara Ghezzi –, ma rimane l’incognita della mobilità tra le regioni anche nei week-end”.

Effettivamente, con le restrizioni vigenti (e fors’anche future) in materia di spostamenti tra regioni, le prospettive per il turismo della neve sono tutt’altro che confortanti.

Inoltre, oltre agli appelli giunti dal Monregalese nei giorni scorsi e veicolati anche da Cuneo24.it mediante la partecipazione all’edizione del Tg3 Regionale delle 14 di sabato 2 gennaio 2021, l’incertezza che gravita attorno al mondo della neve è “insostenibile”, come scrive Mauro Meneguzzi, sindaco di Salice d’Ulzio (Torino), ai ministri Speranza, Franceschini e Spadafora e al presidente regionale Alberto Cirio.

“A distanza di 10 mesi dalla sospensione dell’attività – si legge nel documento –, contrariamente a quanto avvenuto, ad esempio, negli Stati Uniti d’America o in Svizzera, non è stato ancora possibile definire linee guida che permettano la convivenza dell’attività sciistica all’aperto con l’evoluzione della diffusione del virus. Vediamo quotidianamente ad esempio, nei centri urbani, soprattutto nei grandi centri commerciali, numerosissimi assembramenti di persone. A breve avremo sotto gli occhi i grandi affollamenti di studenti all’ingresso e uscita dalle lezioni: ci chiediamo perché lo sci debba restar al palo”.