I Radicali cuneesi manifestano solidarietà a Igor Boni per la riapertura delle università

5 gennaio 2021 | 11:00
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I Radicali cuneesi manifestano solidarietà a Igor Boni per la riapertura delle università

Il leader dei Radicali nazionali, candidato per il centrosinistra alle primarie del 2021 a Torino, ha preso posizione contro l’impossibilità a riaprire da parte degli atenei nazionali, senza garantire un servizio di didattica a distanza adeguato e una riduzione dei contributi degli studenti. Solidarietà da parte di Filippo Blengino.

Si apre con un “Bravo Igor!” il post su Facebook pubblicato dall’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei le scorse ore, contenente una dichiarazione firmata dal Segretario Filippo Blengino. I Radicali cuneesi hanno continuato scrivendo: “È assurdo che per noi studenti i servizi siano totalmente bloccati da mesi. Ripartire in sicurezza si può, ma occorre che i vertici dell’Università, a partire dal Rettore, si mobilitino. Peraltro la contribuzione di noi studenti all’università è rimasta invariata, eppure le sedi hanno costi molto ridotti se non, addirittura, assenti (a partire dalla corrente elettrica e dal riscaldamento). Solo un misero aumento della suddivisione del contributo in rate non ci basta…”.

Il motivo di una presa di posizione così netta e solidale nei confronti del leader dei Radicali nazionali da parte di Blengino, viene dal comunicato stampa rilasciato ieri dallo stesso Boni, nel quale il candidato per il centrosinistra alle primarie di Torino del 2021 ha dichiarato inammissibile che le università siano chiuse da dieci mesi senza che si sia mai parlato effettivamente di una riapertura, come si è fatto a più riprese con tutti gli altri livelli scolastici. In più, Boni ha posto sotto la lente d’ingrandimento alcune lacune irrisolte da parte dell’Ateneo torinese (a dire il vero al pari di molti altri in Italia), come il tema delle lezioni, spesso in diretta streaming e non registrate, non permettendo dunque agli studenti che hanno difficoltà di connessione o scarsità di mezzi tecnologici di poter rimanere in pari. Altra questione molto sentita è quella della chiusura in blocco, e per tutto il periodo in questione, di tutti i luoghi e le attività universitarie, anche di quelle che avrebbero certamente rispettato ogni protocollo, dalle aule studio ai laboratori, dalle esercitazioni in campo alle biblioteche. Secondo Boni è responsabilità del Rettore Stefano Geuna, a cui ha scritto a novembre senza ricevere risposta, e del Presidente della Regione Cirio, la lotta per riaprire al più presto le università per tutelare i quasi centomila studenti di stanza a Torino, che in queste condizioni rischiano di andarsene altrove.