Eccidio di Ceretto, si ristampa (aggiornandolo) il libro di Livio Berardo

9 gennaio 2021 | 17:34
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Eccidio di Ceretto, si ristampa (aggiornandolo) il libro di Livio Berardo
Eccidio di Ceretto, si ristampa (aggiornandolo) il libro di Livio Berardo
Eccidio di Ceretto, si ristampa (aggiornandolo) il libro di Livio Berardo
Eccidio di Ceretto, si ristampa (aggiornandolo) il libro di Livio Berardo

In stampa “Ceretto 5 gennaio 1944: cronaca di un eccidio”. Il volume, pubblicato da Fusta, riaggiorna il lavoro originale del 1974 approfondendo gli antefatti della strage di 27 civili di 77 anni fa e cerca di spiegare perché i sopravvissuti non ebbero giustizia. Al suo interno anche carte processuali e documenti del progetto italo-germanico dell’“Atlante delle stragi nazifasciste in Italia”

In occasione del 77esimo anniversario dell’eccidio di Ceretto, il Comune di Costigliole Saluzzo e Busca danno alle stampe una nuova edizione di “Ceretto 5 gennaio 1944, cronaca di un eccidio” di Livio Berardo, storico e già presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo a cui le amministrazioni comunali hanno commissionato un lungo lavoro di ricerca che ha portato alla ristesura del lavoro originario, datato 1974, e delle successive ristampe.

PRESENTAZIONE ON LINE. Il libro, pubblicato da Fusta editore di Saluzzo, con il sostegno dei due comuni e impreziosito da una copertina disegnata da Araldo Cavallera, sarà presentato online nelle prossime settimane, con gli interventi di Paolo Pezzino (Università di Pisa), Guido Neppi Modona (già membro della Corte Costituzionale) e Carlo Gentile (Università di Colonia, Germania). Sperando di poter presto organizzare una serata pubblica.

MEMORIA DA RINNOVARE. Mentre si accingono ad onorare la ricorrenza domenica 10 gennaio, per la prima volta in forma non pubblica (disposizioni anti-contagio) i sindaci di Busca e Costigliole Saluzzo, Marco Gallo e Fabrizio Nasi dicono: «Siamo grati al ricercatore Livio Berardo, che ha preso a cuore la storia dell’eccidio di Ceretto, frazione al confine trai nostri due territori, e ora torna con una nuova edizione arricchita da fatti e testimonianze inedite e importanti. A noi amministratori il compito di rinnovare alla memoria il sacrificio di vite umane e il valore della libertà».

RISVOLTI LOCALI E INGIUSTIZIE. Al centro dell’opera rimangono le testimonianze che l’autore raccolse nell’autunno-inverno del 1973, con l’intermediazione del partigiano Giovanni Sola, nelle case dei parenti, vedove e orfani, delle vittime del rastrellamento del 5 gennaio 1944. Spiega il curatore Livio Berardo: «Cambia la prima parte, quella che tratta degli antefatti, con nuovi approfondimenti sui risvolti locali. Se ne aggiunge integralmente una terza, che cerca di spiegare perché i sopravvissuti non ebbero giustizia, malgrado il sostegno dei partigiani e l’impegno della magistratura cuneese».

CARTE INEDITE DAI TRIBUNALI E DALLA GERMANIA. Ne deriva, perciò, un volume più consistente, aggiornato non soltanto bibliograficamente, tenendo conto delle ricerche condotte con il progetto italo-germanico dell’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia, quanto nella base documentale. Se il lavoro del 1974, immodificato, tranne che per aspetti marginali, con la riedizione per il quarantennale (1994) e quella del 2006, anno del conferimento ai due Comuni della Medaglia d’argento a Valor civile per quei fatti, era essenzialmente un esempio di storia orale, questa ultima versione approfondisce diversi documenti inediti, che anticipa lo storico: «Utilizziamo gli Atti del processo svoltosi dall’8 al 10 ottobre 1946 contro Corrado Falletti di Villafalletto e quattro componenti della squadra “E. Muti” di Villafalletto davanti alla II sezione della Corte d’assise straordinaria di Genova. Attingiamo inoltre ai documenti tedeschi, a cui oggi è finalmente possibile e indispensabile ricorrere per ricostruire i movimenti delle unità impegnate nei presidi territoriali o nelle operazioni di rastrellamento».
«Dall’incrocio – conclude Berardo – tra passi di delibere e di lettere presenti negli archivi comunali con le carte del Bundesarchiv e le dichiarazioni dei testimoni, emerge oggi l’identità degli autori dell’eccidio, fascisti e tedeschi, impuniti, se non addirittura premiati nella carriera militare del dopoguerra».