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Meno ricoveri in ospedale, più malati curati in ambulatorio: il nuovo piano del Piemonte per la riforma della medicina di territorio

4 dicembre 2020 | 15:54
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Meno ricoveri in ospedale, più malati curati in ambulatorio: il nuovo piano del Piemonte per la riforma della medicina di territorio

Ferruccio Fazio, coordinatore del gruppo di lavoro della Sanità territoriale e sindaco di Garessio: “Il paziente deve essere preso in carico dai medici del territorio e gestito da loro finché possibile. I ricoveri impropri vanno evitati”

Si è tenuta alle 14.30 di oggi la videoconferenza stampa presso la Sala della Trasparenza del palazzo della Regione Piemonte, alla presenza del governatore Alberto Cirio, dell’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e del professor Ferruccio Fazio, coordinatore del gruppo di lavoro della Sanità territoriale e sindaco di Garessio.

I tre relatori hanno presentato ufficialmente il nuovo piano per la riforma della medicina di territorio.

“Oggi la medicina di territorio prende il via. È un progetto che abbiamo voluto illustrare nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali e che dovrà recuperare quella prospettiva che in passato è mancata nella nostra regione, ha esordito Cirio, sottolineando che sorgerà un nuovo dipartimento regionale per le cure primarie.

Un progetto di legge (presto al vaglio del Consiglio regionale) da 12 milioni di euro, finanziato interamente con risorse presenti sul bilancio regionale, cifra a cui andranno ad aggiungersi 17,3 milioni di euro per l’acquisto di attrezzature di cui dovranno essere dotati gli studi dei medici e pediatri (presi dai 2 miliardi di incremento del fondo sanitario nazionale per le Regioni) e 7 milioni di euro per la telemedicina.

Secondo quanto dichiarato dall’assessore Icardi,circa il 20% degli accessi al pronto soccorso potrebbe essere gestito meglio al domicilio e questo è un dato sottostimato. In base ai dati dell’OECD, inoltre, si possono ridurre almeno del 6% i ricoveri ospedalieri. La logica è quella di passare da una gestione singola del professionista a una gestione di gruppo e di rete dei singoli medici di base e pediatri, condividendo tra loro anche le cartelle mediche dei pazienti e portando il personale di segreteria dal 43 al 60% e infermieristico dal 19% al 40%”.

Il monitoraggio dell’efficacia di questa svolta verrebbe effettuato attraverso indicatori intermedi e la verifica del raggiungimento di determinati obiettivi, passando da un concetto di medicina d’attesa a uno di medicina di iniziativa, con la gestione al domicilio dei pazienti cronici.

Parole a cui hanno fatto eco quelle del professor Fazio: “Un sistema sanitario deve essere strutturato e ci sono regole e indicazioni internazionali per fare questo. Di certo, deve comprendere un collegamento circolare tra territorio e ospedale: il paziente deve essere preso in carico dai medici del territorio e gestito da loro finché possibile. I ricoveri impropri vanno evitati. In ogni caso, anche dopo eventuale ospedalizzazione dobbiamo fare in modo che il paziente ritorni vicino a casa”.

Fazio ha quindi indicato le tre linee guida di questa riforma: Portare al 100% la medicina di associazione, avviare un dipartimento che mediante i distretti coordini tutte le forme di associazionismo ed effettuare un monitoraggio continuo”.

Infine, un dato statistico: in Piemonte i medici di base sono 2962 e i pediatri 391.