Un romanzo su Narbona, il paese fantasma della Valle Grana

24 novembre 2020 | 17:00
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Un romanzo su Narbona, il paese fantasma della Valle Grana

Scritto da Flavio Menardi Noguera ed edito da Nerosubianco Edizioni, il libro si propone di essere a metà strada tra la narrativa romanzesca e quella storica di una realtà più unica che rara nel nostro territorio.

Si intitola “Il Romanzo di Narbona” la nuova fatica letteraria di Flavio Menardi Noguera, edita da Nerosubianco. Mai titolo è stato più essenziale nel definire ciò che il libro si propone di essere: la storia di un paesino, ormai abbandonato, tra romanzo e verità storica. L’autore, uno dei massimi esperti della Valle Grana, dove vive da quando è in pensione, dopo aver diretto per vent’anni la Biblioteca Civica di Finale Ligure, di cui da decenni studia storia e tradizioni, torna a parlare del caso di Narbona. Borgata di Castelmagno, edificata in un vallone laterale su di un crinale ripidissimo, che di inverno la risparmia dal pericolo delle valanghe ma la isola anche dal mondo, essa non è mai stata raggiunta né da una strada né dall’energia elettrica. L’insediamento, fino al 1960, ha contato un massimo di 154 abitanti, salvo poi essere abbandonato ad uno sfacelo lento ma inesorabile, che oggi, fa apparire uno dei capolavori dell’architettura tradizionale, una pietraia malinconica.

Da questa suggestione, rimasta intatta dal momento della prima visita più di trent’anni fa, e da un lungo lavoro di ricerca sulla sua storia secolare attraverso documenti e testimonianze, è germinato questo romanzo in cui luoghi, personaggi e vicende (in parte) sono reali, mentre il rimanente a quelli aspira a riportarli alla vita. Il lavoro è stato segnalato dalla XXXII edizione del Premio Calvino (2019) con la motivazione: “per la scrittura calibrata, soffusa di contenuta malinconia, con cui si sviluppa il tema dell’abbandono degli antichi borghi, in un susseguirsi di episodi inanellati a formare un eccellente quadro d’insieme”.

La speranza dell’autore è che la narrazione possa, sia pure in parte minima, compensare quella grande perdita.