Confindustria Cuneo: sostenibilità come opportunità per le imprese della granda

19 novembre 2020 | 11:02
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Confindustria Cuneo: sostenibilità come opportunità per le imprese della granda

Seminario per gli studenti dei corsi di “Gestione delle qualità” e di “Diritto tributario” del Campus di Management ed Economia-Sede di Cuneo

In collaborazione con Confindustria Cuneo i corsi di “Gestione della qualità” e di “Diritto tributario” del Campus di Management ed Economia-Università di Torino, Sede di Cuneo, hanno proposto agli studenti il seminario on-line su “La sostenibilità come opportunità-Il punto di vista delle imprese cuneesi”. L’argomento, di grande attualità e importanza, è stato affrontato sotto diversi punti di vista, proponendo una panoramica completa che ha confermato come la sensibilità sulla questione sia diffusa tanto nell’opinione pubblica quanto nel sistema imprenditoriale.

A condurre la discussione sono stati i docenti Giovanni Peira e Mario Grandinetti che, con il collega Alessandro Bonadonna, hanno lavorato all’organizzazione dell’appuntamento svoltosi martedì 17 novembre.

I saluti iniziali sono stati portati da Francesca Culasso, direttore del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, e da Milena Viassone, coordinatore del Campus di Management ed Economia di Cuneo.

La prima ha sottolineato l’importanza della costante collaborazione del Dipartimento con il mondo delle imprese e segnalato come funzioni bene la multidisciplinarietà che vede collaborare due gruppi di docenti all’insegna dell’innovazione.

Per la seconda il seminario, imperniato su un tema basilare per il futuro della collettività, rappresenta un ulteriore esempio della collaborazione sviluppata negli anni con Confindustria Cuneo e dimostra quanto sia salda l’interazione del Campus con il territorio, da sempre motivo fondante della sua presenza e della sua operatività nella Granda.

Il professor Peira ha introdotto i relatori ricordando come il Green Deal europeo, l’economia circolare, nella quale l’Italia è all’avanguardia, il piano “Industria 4.0” e la conseguente digitalizzazione diffusa, nonché l’attenzione concreta verso la sostenibilità, siano destinati a modificare in modo irreversibile i modelli di sviluppo. Tutto ciò evidenzia l’importanza delle analisi proposte durante l’incontro on-line.

Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo, ha offerto agli studenti collegati un’analisi “politica”, soffermandosi sulla sostenibilità d’impresa vista nell’ottica dell’associazione datoriale. Si tratta di un tema determinante, ma che non dev’essere inteso come un dogma da assimilare tal quale, bensì come un ingrediente indispensabile del processo di cambiamento che coinvolge l’uso delle risorse (umane e materiali), in piano degli investimenti di cui dev’essere valutato l’impatto sociale e ambientale, lo sviluppo tecnologico e le indispensabili modifiche del quadro istituzionale, perché la normativa di riferimento può e deve incentivare gli iter di ammodernamento e di transizione.

Per le aziende, ha spiegato Giuliana Cirio, abbracciare la causa della sostenibilità è anche un’opportunità, in termini di reputazione e di business, e la crescita esponenziale dell’attenzione verso la responsabilità sociale d’impresa (Csr-Corporate Social Responsibility) dimostra come siamo di fronte a una sensibilità ormai radicata e che dà frutti concreti.

Per quanto riguarda la Granda in questo campo il fenomeno si sta diffondendo a cascata dalle imprese di grandi dimensioni, quando non multinazionali (che in provincia non mancano), a quelle più piccole che rappresentano il 90% delle aziende attive sul territorio caratterizzate da un capitalismo di tipo familiare anch’esso in evoluzione.

Un’evoluzione accelerata dal fatto che perseguire la sostenibilità è anche conveniente, come dimostrano i 34 milioni di italiani molto attenti alla questione e che in base a essa orientano le proprie scelte di consumo, il 78 per cento dei responsabili acquisti della grande distribuzione che opterebbero per prodotti privi di imballaggi, il 66% dei cittadini disposti da pagare di più per prodotti meglio rispettosi dell’ambiente e il 61% di connazionali disponibili a mutare le abitudini di consumo per contribuire a rendere meno plumbee le aspettative sul futuro del pianeta.

In tale àmbito il bilancio sociale, sempre più diffuso, non è un mero strumento di business, ma anche una fotografia dell’azienda che si confronta con tutti i portatori di interesse.

Giuliana Cirio ha concluso chiarendo che, se la fortissima attenzione alla sostenibilità è un dovere, occorre non cadere nelle trappole dell’ambientalismo catastrofico. Lo ha fatto citando il “mea culpa” di Michael Shellemberger, l’ecologista che alcune settimane fa ha fatto pubblica ammenda per quegli eccessi che hanno portato a dire “no” allo sviluppo “tout-court”, negando spazio anche alle tecnologie che consentono di raggiungere altissimi livelli di sostenibilità. Quindi, ha ribadito con forza il Direttore di Confindustria Cuneo, nessun dogma dev’essere imposto, compresa la paura della fine del mondo.

Approfondimenti più tecnici, ma altrettanto utili, sono venuti da Valerio D’Alessandro, vicedirettore di Confindustria Cuneo, e Andrea Corniolo, responsabile del Servizio ambiente e sicurezza dell’associazione datoriale presieduta da Mauro Gola.

Il primo ha proposto un’ampia disamina sul tema “Perché fare un bilancio di sostenibilità?”, partendo dai riferimenti storici del diritto civile italiano, mentre il secondo ha affrontato con dovizia di particolari gli aspetti ambientali del bilancio di sostenibilità.

Emanuela Rosio, direttore responsabile di “Envi.info” e presidente di Aica (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) ha trattato l’argomento “Comunicare la sostenibilità”, partendo da un’esperienza ultradecennale che ha portato a significativi risultati che sono andati ben oltre l’àmbito territoriale provinciale.

Il denso programma del seminario è stato completato da due case history di grande rilievo.

Roberta Ceretto, presidente di Ceretto Aziende Vitivinicole srl di Alba e vicepresidente di Confindustria Cuneo, appartenente dalla terza generazione della celebre famiglia di produttori enologici, ha tracciato l’evoluzione dell’azienda che sin dal 2010 ha avviato la rischiosa scommessa, rivelatasi vincente, della coltivazione biodinamica partendo proprio dai vigneti di Nebbiolo da Barolo e da Barbaresco per estenderla man mano a tutte le aree vitate di proprietà.

Antonio Bosio, direttore di Apro Formazione srl, società consortile di diritto privato attiva ad Alba e a Canelli, fondata alla fine degli anni Cinquanta da don Giovanni Battista Gianolio, ha parlato in particolare del report di sostenibilità la cui prossima edizione sarà la terza consecutiva, nel quale si evidenzia l’impatto di una struttura che conta 3.100 persone iscritte ai propri corsi e interazioni con 1.236 aziende. Bosio ha sottolineato come nel bilancio sociale in preparazione sarà inserito lo Sroi, il “Social return on investment”, metodo che consente di misurare il valore extra-finanziario rispetto alle risorse investite.