Sommariva Perno: avvelenamento di api nel braidese

6 novembre 2020 | 16:21
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Sommariva Perno: avvelenamento di api nel braidese
Sommariva Perno: avvelenamento di api nel braidese
Sommariva Perno: avvelenamento di api nel braidese

Sorpreso un uomo ad irrorare le arnie con prodotti tossici

Sommariva Perno. La morte di molte delle proprie api, avvenuta a più riprese a partire dai mesi primaverili, aveva insospettito un apicoltore di  Sommariva Perno, il quale, per far luce sulla vicenda, aveva provveduto a installare una telecamera puntata sugli alveari interessati dall’aumento della mortalità. Dalle riprese è emerso che in più occasioni qualcuno si fosse avvicinato agli alveari attrezzato di una piccola irroratrice manuale e avesse spruzzato l’ingresso delle arnie con una soluzione sospetta.

Le immagini ed alcuni campioni di api morte sono state consegnate ai Carabinieri Forestali di Bra i quali hanno avviato le indagini facendo effettuare delle analisi tossicologiche sugli insetti. Successivamente è stato individuavano il responsabile, M.D., residente in zona.

Gli esiti delle analisi hanno evidenziato la presenza sui pronubi di alti livelli di principi attivi particolarmente tossici, tra cui un piretroide: la deltametrina. Questo principio attivo, come molti piretroidi, non è selettivo e presenta un’elevata tossicità acuta per le api.

Su delega della Procura di Asti, competente per l’indagine, i Carabinieri Forestali, coadiuvati per i rilievi tecnici da un entomologo e perito in apicoltura, sonostati perquisiti i locali di proprietà dell’indagato per ricercare l’eventuale presenza di biocidi o prodotti fitosanitari utilizzati per l’avvelenamento e altri elementi utili a supporto delle indagini.

Nel corso della perquisizione è stata riscontrata la presenza di diversi formulati commerciali contenenti i principi attivi rilevati dalle analisi tossicologiche, oltre all’irroratrice e a n. 2 tute protettive del tutto simili a quelle utilizzate dal soggetto ripreso dalle immagini scattate dalle foto-trappole. Tutti i reperti sono stati posti sotto sequestro penale, a disposizione del Pubblico Ministero.

Le violazioni di carattere penale contestate sono quelle di uccisione animali e continuazione del reato (rispettivamente artt. 386 e 81 del codice penale).

Durante la perquisizione sono stati inoltre rivenuti una trappola a scatto per la cattura di animali selvatici, di cui è vietato anche il solo possesso e molti prodotti fitosanitari riservati ad un uso professionale  illecitamente detenuti in quanto l’indagato è risultato privo di alcun titolo abilitativo al loro possesso.

Per queste violazioni sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo superiore ai 7.000€ e tutto il materiale rivenuto è stato sottoposto a sequestro amministrativo.

Sono in fase di verifica altresì alcuni pesticidi rinvenuti nell’occasione e da diversi anni ritirati dal commercio a causa della loro estrema tossicità.