Marito violento nasconde localizzatore in un giocattolo della figlia per spiare lei e la moglie

19 novembre 2020 | 10:52
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Marito violento nasconde localizzatore in un giocattolo della figlia per spiare lei e la moglie

La bambina si trova da tempo in una casa protetta insieme alla madre, dopo i maltrattamenti fisici e le minacce di morte subiti in passato dalla donna. Nelle scorse ore, la scoperta: l’uomo, un cittadino egiziano, le teneva sotto controllo attraverso un auricolare Bluetooth inserito all’interno di un gioco

Questa storia non è ambientata nel Cuneese, ma a Torino, a pochi passi da noi. Non scegliamo, però, di parlarvene unicamente per motivi di mera vicinanza geografica, bensì anche per portare alla luce una situazione che chiunque potrebbe malauguratamente trovarsi a vivere.

Inoltre, mercoledì 25 novembre ricorrerà la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e la vicenda oggetto di quest’articolo comincia proprio con maltrattamenti fisici e minacce di morte a una donna, innamoratasi di un cittadino di origine egiziana.

La loro quotidianità non migliora anche dopo la venuta al mondo della loro bambina, tanto che, esasperata, la moglie decide di rivolgersi alle autorità e di chiedere loro aiuto. Viene quindi trasferita presso una casa protetta con la figlia, che il padre può tuttavia continuare a vedere in momenti concordati.

Proprio in uno di essi, l’uomo regala alla sua primogenita un giocattolo, una fattoria parlante, nascondendo al suo interno un auricolare Bluetooth, utile a spiare “le donne della sua vita” e a tracciare i loro eventuali spostamenti. Le batterie del gioco, ben presto, si esauriscono, e vanno sostituite: è allora che viene rintracciato il localizzatore e viene alla luce questa incredibile storia.

La polizia locale di Torino ha aperto un’indagine, come ha dichiarato all’ANSA il comandante Emiliano Bezzon: “Quando si è vittime di episodi di questo tipo non si può aspettare sperando che le cose si sistemino da sole. Bisogna fidarsi e affidarsi alle istituzioni, a persone specializzate nell’ascolto e che sappiano gestire questo genere di situazioni, come gli uomini e le donne del nucleo di prossimità della polizia municipale. Da soli non se ne esce”.