L’ultimo libro del buschese Eros Pessina: “I cardellini del Ceretto”

3 novembre 2020 | 19:14
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L’ultimo libro del buschese Eros Pessina: “I cardellini del Ceretto”

Il volume edito da Genesi Editrice di Torino, presto disponibile nelle librerie e in tutte le librerie on-line italiane, fa rivivere in un volume l’eccidio nazifascista del Ceretto

Busca. Sta arrivando nelle librerie l’ultimo libro di Eros Pessina, imprenditore, scrittore, poeta, cantautore, politico, rappresentante membro italiano al CEN di Bruxelles, membro del Consiglio Regionale Uncem, Vicepresidente nazionale Aises e Vicepresidente onlus Elogio della poesia, giurato del Premio I Murazzi.

Ha raccontato in anteprima a Cuneo24 alcuni dettagli relativi alla stesura de “I cardellini del Ceretto”, volume edito da Genesi Editrice di Torino, presto disponibile nelle librerie e in tutte le librerie on-line italiane, in cui fa rivivere in un volume l’eccidio nazifascista del Ceretto. L’intenzione è di presentarlo prossimamente compatibilmente con la situazione Covid.

Partiamo dal titolo, perchè “I cardellini del Ceretto”?I cardellini sono simili all’umanità, spesso rinchiusa in gabbie reali o virtuali, anche culturali. Essi cantano nella gabbia ma anelano alla libertà, al volare liberi nel cielo. Anche l’uomo deve lottare per non essere schiavo.

Un volume con una presentazione di tutto rispetto.Sì, l’amico stimatissimo Prof. Sandro Gros Pietro ha gentilmente e col cuore fatto questa presentazione che va alla base del significato narrativo del volume. Scrive “”Eros vive un incubo a occhi aperti: e compie un viaggio nel tempo come il protagonista Michael J. Fox di Ritorno al futuro, e si ritrova esattamente la notte del 4 gennaio del 1944 al Ceretto (di Busca e Costigliole Saluzzo). È una condizione da incubo, che Eros Pessina descrive meravigliosamente, mantenendosi fedele a quel realismo magico che Franz Kafka ha insegnato come metro impareggiabile delle situazioni irrazionali vissute dalla mente come fossero reali, non distinguibili dalle situazioni reali vissute come fossero immaginarie, in quella terra di nessuno in cui la ragione non funziona più e si verificano degli orribili accadimenti che sfuggono a ogni logica.”

Nel libro, grazie ai suoi avi, ci farà rivivere l’eccidio nazifascista del Ceretto?Direi proprio di sì. In questo volume appena uscito, si fonde la cruda realtà della storia con un racconto di vita ambientata durante la giornata dell’eccidio il 5 gennaio 1944 e nelle 24 ore precedenti. Uno squarcio di immagini, sapori, sentimenti immersi in un viaggio nel tempo. Immagini raccontate dalla mia nonna paterna Anna che abitava al Ceretto e da sua sorella il cui marito è stato trucidato nel triste giorno. Mixate con racconti di testimoni e personaggi di questi meravigliosi luoghi collinari simili alle colline langarole ed alla Langa montana tanto amata da Pavese.

La sua grande passione per la storia ritorna. La mia passione per la storia contemporanea, testimoniata anche in una mia laurea in tale materia, si arricchisce continuamente di argomenti. La storia orale è il mio cavallo di battaglia, avendo anche fatto un libro sulle problematiche della storia orale stessa anni fa. Questo argomento del Ceretto lo stavo seguendo da anni e nel lockdown di aprile-maggio ho finito la stesura del libro. Ma non solo perché i fatti sono ancora però troppo recenti e sarebbero possibili tentativi di identificazione. Insieme ai tedeschi nell’eccidio operarono anche molti italiani che conoscevano bene i luoghi. Ecco quindi che la forma narrativa lascia spazio ad una sceneggiatura frutto della conoscenza storica e fantasia dell’artista scrittore.

Perché consiglierebbe questo libro? Perché lascia la Bellezza del vivere, la grinta di lottare per un mondo nuovo, senza barriere e limitazioni culturali. Il desiderio della ricerca di un mondo di donne e uomini liberi. Un libro che contribuirà a tenere vivo il ricordo di questa orrenda pagina di storia.