“Impianti sciistici aperti o sarà fallimento”: Paolo Manera e le associazioni del territorio lanciano l’allarme

23 novembre 2020 | 18:43
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“Impianti sciistici aperti o sarà fallimento”: Paolo Manera e le associazioni del territorio lanciano l’allarme

La lettera, redatta dal presidente di Confartigianato Mondovì e della Pro Loco di San Giacomo di Roburent, è stata sottoscritta da numerose realtà di promozione territoriale: “Evitiamo di assistere all’inizio della fine”

Il Cuneese, il Piemonte, l’intero mondo della neve non può sopravvivere senza l’apertura degli impianti sciistici nel corso della stagione invernale ormai alle porte. Lo sa bene anche Paolo Manera, presidente di Confartigianato Mondovì, artefice di un’iniziativa che ha rapidamente raccolto consensi nell’universo associazionistico locale.

Il presidente della Pro Loco di San Giacomo di Roburent ha infatti scritto una lettera aperta per domandare ufficialmente l’apertura delle strutture di risalita, sottoscritta anche dalle Pro Loco dei Cardini, di Monastero di Vasco, di Sant’Anna Collarea, di Torre Mondovì, di Roburent, di Serra Pamparato e di Pamparato, oltre che dall’associazione “Amici di Valcasotto” e dal gruppo di promozione locale “Roburent tutto l’anno”.

“Le associazioni per la valorizzazione del turismo e del territorio – si legge nel documento – chiedono unitamente la possibilità, se le precipitazioni nevose lo permetteranno, di salvaguardare l’economia mediante l’apertura degli impianti di risalita e delle connesse piste da discesa. Trattandosi di un’attività all’aperto facilmente contingentabile nei numeri attraverso l’acquisto del biglietto di risalita, riteniamo si possa praticare lo sci. Il non poter usufruire di questa attività turistica sarebbe l’inizio della fine per le attività di commercio e ricettività, legate a doppio filo al circuito bianco”.

“Infatti – prosegue la lettera – è statisticamente noto come un euro speso nell’attività dello sci generi un indotto di almeno 8 euro nella ricettività di valle. Dato che i numeri pandemici iniziano a calare e che la mortalità non è paragonabile a quella della prima ondata, è auspicabile che si provveda a salvaguardare il mondo della neve come si è fatto per la balneazione. Creando distanziamenti e protocolli è possibile aprire gli impianti e generare reddito, che, così, non porterà alla morte o al fallimento delle attività di valle”.

Peraltro, ha aggiunto Manera, in caso di assenza di neve l’apertura degli impianti potrebbe essere sfruttata per le discese in mountain bike e anche l’escursionismo potrebbe beneficiarne.