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Il consigliere regionale Gagliasso: “A pagare il prezzo saranno i territori di montagna, come il nostro cuneese”

20 novembre 2020 | 07:29
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Il consigliere regionale Gagliasso: “A pagare il prezzo saranno i territori di montagna, come il nostro cuneese”

Il leghista di Savigliano si pronuncia sulla legge delle grandi derivazioni idriche presente nell’ultima bozza della manovra del Governo

“Il Governo si prepara a un regalo di Natale ai concessionari di energia facendo pagare il prezzo ai territori di montagna, come il nostro cuneese”.

Commenta così il Consigliere regionale di Savigliano Matteo Gagliasso il tentativo in corso da parte di PD – M5S di sradicare con la legge di bilancio l’impianto di regionalizzazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche.

“Nell’ultima bozza della manovra del Governo è stato introdotto un articolo che viene definito norma per promuovere la tempestiva realizzazione di investimenti funzionali alla ripresa economica. La ripresa economica di cui si parla non è certo quella delle Regioni come il Piemonte, o di territori come la Provincia di Cuneo che avrebbero beneficiato di nuove entrate derivanti dalla messa a bando delle concessioni statali e dai territori che, come il nostro, ospita bacini e invasi che avrebbe goduto di una serie di benefici. Un tentativo malcelato, tra le mille voci di bilancio legate all’emergenza pandemica, di togliere risorse a chi vive la montagna, oltre che un colpo di sponda alle autonomie delle Regioni verso un centralismo, che se non reagiamo immediatamente, ci porterà ad un autoritarismo centrale che vede la provincia, i territori e la montagna come appendice e non come forza motrice e identitaria del Paese”.

“Il Governo sta per agevolare i concessionari a danno dei territori – conclude il leghista di Savigliano Matteo Gagliasso – soprattutto quelli montani come il cuneese. Vogliono lasciarci tutto l’impegno che un territorio idrogeologicamente complesso richiede, e lo dimostrano i danni della recente alluvione, per convogliare risorse economiche altrove. E sicuramente non nelle casse degli enti locali, ma nelle tasche di qualcuno”.