Artesina: “Impianti chiusi? Uno tsunami ad alta quota che trascinerà a valle migliaia di morti”

25 novembre 2020 | 10:50
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Artesina: “Impianti chiusi? Uno tsunami ad alta quota che trascinerà a valle migliaia di morti”

“Andare a sciare sarebbe più sicuro di fare la spesa. Serve una decisione immediata, altrimenti succederà l’irreparabile”

Dopo la riflessione condivisa ieri mattina sui social network dalla Prato Nevoso Ski, anche i vertici di Artesina spa, altra località invernale appartenente al comprensorio del Mondolé Ski, hanno esternato il proprio pensiero circa la decisione del Governo, preannunciata dal premier Giuseppe Conte, di non aprire gli impianti sciistici.

Uno tsunami di proporzioni gigantesche si sta abbattendo sui monti italiani e colpirà anche le valli e arriverà fino in pianura e lascerà a terra migliaia di ‘morti’ – si legge nella nota pubblicata su Facebook –. Tutto questo potrà essere evitato se il Governo rinuncerà alla folle decisione di chiudere le stazioni sciistiche. Fare un’attività all’aria aperta non comporta nessun rischio di infezione al virus. La Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome si è dotata di linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni sciistiche e nei comprensori da parte degli sciatori amatoriali. Un rigido protocollo che consisterà principalmente in tutte quelle misure che impediranno il diffondersi del virus”.

Se questo venisse introdotto, cosa cambierebbe nel mondo dello sci? “Verrebbero introdotte la misurazione della temperatura mediante termoscanner, la mascherina chirurgica sarebbe obbligatoria e vi sarebbe un limite di accessi giornalieri, proporzionato alle dimensioni dell’area sciabile. L’acquisto dei biglietti avverrebbe principalmente online e al momento dell’acquisto del biglietto l’utente dovrà ritenersi responsabile e informato (con l’ausilio di materiale informativo affisso o reperibile sul sito, se l’acquisto viene effettuato on-line) circa lo stato di salute proprio e dei propri conviventi o costituenti nucleo familiare”.

Non solo: La portata di eventuali cabinovie e funivie sarebbe ridotta al 50%. Verrebbero creati dei percorsi che garantiscano il distanziamento sociale di almeno 1 metro, che andrebbero opportunamente segnalati, nella fase di accesso alle biglietterie e successivamente agli impianti di risalita, riducendo la formazione di gruppi. I bar e le baite sulle piste farebbero unicamente cibo da asporto”.

Se il Governo facesse marcia indietro, insomma, andare a sciare sarebbe più sicuro di fare la spesa. Questo tsunami potrà essere ancora evitato, ma serve una decisione immediata, altrimenti succederà l’irreparabile”.