Emergenza Covid, Cirio: “si potenzi il ruolo dei medici di famiglia”

24 ottobre 2020 | 15:31
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Emergenza Covid, Cirio: “si potenzi il ruolo dei medici di famiglia”

In mattinata incontro Regione-Ordine dei Medici di Torino. Il governatore: “il loro ruolo è fondamentale, così come lo è il loro aiuto per individuare e isolare rapidamente i casi sospetti e disporre direttamente il tampone di verifica senza dover passare attraverso i Sisp (Servizi di Igiene e Sanità Pubblica)

Nelle scorse ore il presidente della Regione Alberto Cirio ha incontrato il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, e un gruppo di medici di medicina generale e ospedalieri che hanno voluto evidenziargli alcune delle criticità emerse in queste settimane, legate all’aumento di casi Covid in Piemonte. In particolare si è discusso di come possa essere migliorato il rapporto delle Asl e dei Sisp con i medici di medicina generale, che rappresentano il contatto diretto tra la sanità di territorio e il paziente, ed evitare che le difficoltà degli studi medici possano riversarsi sugli ospedali, creando ulteriore pressione sulle strutture e sul personale sanitario impegnato.

Tre i punti sui quali si è concordato: 1. la necessità di potenziare il meccanismo informativo delle Asl e dei rispettivi Sisp nei confronti di medici di medicina generale e pediatri; 2. la riduzione della tempistica fra l’esecuzione del tampone e l’effettiva comunicazione dell’esito al paziente. Un’ipotesi che è stata messa in campo è quella di valutare la possibilità che sia il laboratorio analisi ad avvisare direttamente il paziente dell’esito; 3. un sostegno ai medici di medicina generale, da parte della Regione, che consenta di supportarli in tutte le incombenze di tipo medico e burocratico che si sono aggiunte a causa dell’aumento dei casi di Covid e che rischiano di ingolfare la normale attività del medico.

“Un punto cardine del progetto di riorganizzazione della medicina territoriale, messo a punto dall’assessore Icardi in collaborazione con la task force guidata dal professor Fazio, di cui fa parte anche l’Ordine dei medici con il dottor Giustetto, è il potenziamento del ruolo dei medici di famiglia – spiega il presidente Cirio -. Abbiamo previsto una dotazione di 15 milioni di euro per avviare il progetto che partirà operativamente nel 2021, ma data la situazione e l’evoluzione della pandemia anticiperemo dando un sostegno ai medici di famiglia del territorio per supportare la loro attività. A cominciare dal tracciamento dei contatti dei soggetti positivi su cui, grazie alla rimodulazione dell’accordo integrativo regionale, il ruolo del medico di famiglia è fondamentale, così come lo è il loro aiuto per individuare e isolare rapidamente i casi sospetti e disporre direttamente il tampone di verifica senza dover passare attraverso i Sisp. La Regione si farà carico di contribuire alle spese che i medici di famiglia sosterranno già in questi prossimi mesi per fare fronte all’enorme mole di lavoro quotidiano che, accanto a tutti gli operatori del sistema sanitario e come primo punto di riferimento per ogni cittadino, stanno affrontando in questo momento”.

“Questo incontro nasce da alcune segnalazioni che l’Ordine ha ricevuto da diversi studi medici, in difficoltà per il nuovo aumento di casi fra i propri pazienti – sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto -. Siamo soddisfatti di aver potuto direttamente rappresentare i problemi dei medici e che il presidente Cirio abbia ipotizzato possibili soluzioni, fiduciosi nel fatto che ora la Regione porterà avanti questi provvedimenti”.

“La collaborazione con i medici di base è fondamentale in questa emergenza – sottolinea l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -. La riforma della medicina territoriale prosegue e al più presto porteremo in Consiglio regionale due specifici progetti di legge. Inoltre, modificheremo l’accordo integrativo con i medici di medicina generale e i pediatri, fornendo ulteriori strumenti per contrastare e contenere la pandemia. Fondamentale per non saturare gli ospedali, sia nei posti ordinari che nelle terapie intensive, sarà la capacità che avremo insieme di curare le persone a casa e sul loro territorio. Una cosa che potremo realizzare solo con l’aiuto dei medici di famiglia”.