Scuola post lockdown, tra graduatorie e supplenze: la parodia musicale di tre docenti del Cuneese diventa una hit sul web

20 settembre 2020 | 11:00
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Sulle note del successo universale di Domenico Modugno, “Nel blu dipinto di blu”, Maria Cristina Di Benedetto, Alessandro Martorana e Biagio Armaro hanno descritto con ironia la situazione che sta vivendo il mondo dell’istruzione

“Sperare… Oh oh… Aspettare… Oh oh oh oh… Dai su, tra poco anche tu… ‘Ste G.P.S. non finiscono più”: un ritornello che è già un tormentone, fors’anche per via delle parole tanto ironiche quanto condivisibili che lo caratterizzano. Malgrado il coacervo di emozioni contrastanti che alberga da giorni nei loro animi, tre docenti del Cuneese hanno deciso di esorcizzare la tensione dell’attesa per quanto concerne le nomine dei supplenti nelle scuole della Granda mediante una simpatica e divertente parodia musicale, che sta già riscuotendo successo sugli spazi multimediali di YouTube.

Il terzetto di insegnanti ha riscritto il testo dello storico e intramontabile successo di Domenico Modugno, “Nel blu dipinto di blu” (da molti impropriamente denominato “Volare”), inserendo strofe imperniate interamente attorno al problema delle graduatorie nel nostro Paese, aggravato dall’errore presente nel software ministeriale, che ha assegnato punteggi superiori a quelli reali a numerosi maestri e professori del nostro territorio, tanto che, in settimana, i sindacati hanno esortato questi ultimi a denunciare il calcolo sbagliato al Provveditorato, così da evitare il licenziamento pochi giorni dopo il loro insediamento.

La parodia del brano di Modugno, intitolata “Convocazioni”, è interpretata da Maria Cristina Di Benedetto (aspirante maestra di scuola elementare che, da lunedì 21 settembre, presterà servizio presso l’istituto comprensivo Centro Storico di Alba), Alessandro Martorana (docente di informatica ed economia all’istituto professionale per il commercio di Alba) e Biagio Armaro (insegnante di inglese alla scuola secondaria di primo grado di Ceva).

Un’idea senz’altro innovativa, utile ad alleggerire l’atmosfera connessa alle tempistiche delle nomine e a far riflettere, senza ricorrere a toni oltremodo polemici, su una problematica che, ogni anno, bussa con puntualità alle porte del personale docente di tutta Italia e che, in questo 2020 a dir poco anomalo per una miriade di motivazioni disparate, risulta pesante come un macigno per l’intero mondo dell’istruzione nostrana.