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Progetto HAR: “CambiaMenti” al Filatoio di Caraglio

23 settembre 2020 | 11:02
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Progetto HAR: “CambiaMenti” al Filatoio di Caraglio
Progetto HAR: “CambiaMenti” al Filatoio di Caraglio
Progetto HAR: “CambiaMenti” al Filatoio di Caraglio
Progetto HAR: “CambiaMenti” al Filatoio di Caraglio

L’installazione è aperta dal 19 settembre sin al 18 ottobre visitabile il sabato dalle 16 alle 19, la domenica anche dalle 10 alle 12,30

Caraglio. Ober Bondi, fondatore, presidente e coordinatore del «Progetto HAR», ha inviato on line breve video (cinque minuti) di presentazione (immagini e riflessioni, musica di Evgeny Khmara) dei progetti fotografici che si possono vedere al Filatoio di Caraglio (aperta dal 19 settembre) sin al 18 ottobre (visitabile il sabato dalle 16 alle 19, la domenica anche dalle 10 alle 12,30).
Il video fa parte di una lunga introduzione proiettata prima dell’ingresso nelle spaziose sale (otto posto a sedere distanziati), e, da solo, vale la visita (include alcuni veri «racconti in immagini»), senza tutto il tanto «resto».
I testi sono anche di Irene Botto e Fabrizio Biolè, le musiche di Astor Piazzolla ed Ezio Bosso, si cita Sandro Pertini… Lungo è l’elenco di partecipanti della Associazione, ovviamente a partire dallo stesso Bondi (il suo «reportage dalle lezioni nel carcere di Fossano, con Alice Borgogno).
Al suo fianco, con vari soggetti, a tema «CambiaMenti» (ricerca espressa in termini del tutto personale e libera), sono Roberto Olivero, Giacomo Galvagno, Greta Giordano (giovane e delicata), Elsio Balestrino, Ornella Poetto, Marco Bolmida (dalla «China»), Monica Barbero, Roberta Barale, Umberto Ghio, Emanuele Delle Fave, Lorenzo Garro (immagine che nasce dalla «collage» di centinaia di altre diverse solo nella luce), Silvia  e Sergio Fea, Ugo Canavese, Claudio Blengino, Anna Kielpinska (e le sue delicate nostalgie polacche), Alice Faletto, Luca Sangiovanni (i suoi cani «diversamente umani»)…
Nulla è trascurabile, tra inquadrature impeccabili di paesaggi e dettagli, ritratti dalla grande forza ed espressività (straordinaria Monica Barbero, con le immagini di Simona, che trova davvero se stessa nelle terapie per il secondo tumore, «un’anima forte che ha saputo cambiare la propria vita cercando di renderla ogni giorno migliore»)…
In un prevalere del bianco e nero, il progetto si delinea, comunicativo ed umanistico, con radici nel passato, proiettato nel futuro, sempre attuale…