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Cirio risponde al ministro Azzolina sulla misurazione della temperatura agli studenti: “Non cambiamo idea, ci sono famiglie negazioniste!”

11 settembre 2020 | 17:19
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Cirio risponde al ministro Azzolina sulla misurazione della temperatura agli studenti: “Non cambiamo idea, ci sono famiglie negazioniste!”

Il governatore della Regione Piemonte ha chiarito in conferenza stampa come si tornerà in classe a partire da lunedì: sostituzione delle mascherine all’ingresso della scuola, procedura da seguire in caso di sintomi e hot spot scolastici

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha fatto il punto sulla situazione epidemiologica, alla vigilia dell’apertura del nuovo anno scolastico, in una conferenza stampa andata in scena a partire dalle 16 presso la Sala della Trasparenza di piazza Castello 165, a Torino.

Sono state elencate le modalità di rientro in classe da parte degli studenti e non è mancata la risposta al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che questa mattina ha asserito che il Governo potrebbe impugnare l’ordinanza sottoscritta dallo stesso Cirio circa la misurazione della temperatura degli alunni piemontesi.

TRASPORTI.“Quella di lunedì è la era ripartenza che tutti quanti e tutti insieme dovremo superare – ha asserito il governatore –. Per quanto concerne i trasporti, abbiamo faticato ad avere risposte fino a pochi giorni fa e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha alzato la voce su questo aspetto. Il Cts ha quindi individuato nella capienza all’80% la soluzione ideale. Noi ora in Piemonte abbiamo una situazione che ci consente di affrontare con sufficiente sicurezza la data di lunedì, avendo attivato 20 treni in più e cinquecento corse in bus in più al giorno”.

COME SI TORNA A SCUOLA. “Abbiamo individuato percorsi esclusivi per i bambini, così che vi fosse la certezza non solo della prestazione, ma anche della rapidità – ha affermato Cirio –. Si torna a scuola con le protezioni: la mascherina sarà fornita all’ingresso della scuola stessa, però si dovrà arrivare lì con indosso la mascherina data dalla famiglia, salvo poi sostituirla con quella distribuita dal personale scolastico. A quel punto, l’alunno andrà al banco e, successivamente, potrà toglierla. Ad oggi, tuttavia, abbiamo ricevuto oltre cinquanta richieste di scuole che ci chiedono di intervenire perché non hanno ricevuto mascherine. Mancano due giorni, speriamo arrivino, altrimenti siamo pronti a intervenire a supporto”.

COSA SUCCEDE SE UN BAMBINO ACCUSA SINTOMI. Lo studente che presenterà sintomi, sarà “preso in carico” dal responsabile Covid della scuola, che si interfaccia con il responsabile dell’Asl di competenza. Verrà immediatamente isolato in una stanza indipendente e saranno chiamati i suoi genitori, i quali arriveranno a prenderlo e, da quel momento partirà la competenza regionale, con i genitori che dovranno chiamare il pediatra, il quale stabilirà il da farsi. In caso sia necessario il tampone, sarà il medico a decretare se questo debba essere fatto a casa o presso uno dei ventinove hot spot scolastici distribuiti sul territorio regionale, che operano dalle 10.30 alle 15. Eseguito il tampone, questo viene processato con rapidità: in caso di positività, sarà avvertita la scuola e i nostri centri attiveranno il contact tracing. Si valuterà caso per caso, non sarà messa tutta la classe in quarantena e saranno investigate le situazioni reali di rischio.

RITORNO A SCUOLA. Se il tampone risultasse negativo, lo studente tornerà a scuola soltanto con il certificato del medico che attesta la guarigione dal problema accusato. Se invece l’alunno sta a casa per cause non riconducibili a un sospetto caso di Coronavirus, come una frattura ossea, può rientrare in classe solo con un’autocertificazione della famiglia.

TEMPERATURA. Infine, in merito alla misurazione della temperatura, Cirio ha risposto a tono al ministro Azzolina. “Abbiamo lavorato sin dal primo giorno nella Conferenza delle Regioni, chiedendo che lo Stato ordinasse alle scuole di misurare la temperatura agli studenti, come fatto con aziende e tribunali. Ci siamo battuti, è iniziato un dibattito, poi il governo ha deciso di lasciare alla libera sensibilità delle famiglie la misurazione della febbre. Per noi rischia di non essere sufficiente il meccanismo di misurazione della temperatura a casa. Ci sono le famiglie di negazionisti anche in Piemonte. Noi ci fidiamo delle famiglie piemontesi, ma visto che basta un bambino positivo per contagiare tutti, non posso fidarmi totalmente. D’altra parte, abbiamo introdotto un meccanismo che non stravolge la vita delle famiglie: un’autocertificazione, per dimostrare che l’atto di misurazione della febbre c’è stato”. E ancora: “Abbiamo fatto un’ordinanza permeata da grande buonsenso, raccomandando alle scuole di misurare la temperatura prima dell’attività didattica e prima di togliere la mascherina. Insistiamo sula bontà di questa iniziativa e il mondo medico e scientifico nazionale ci dà ragione. Non abbiamo chiesto la luna e rimarremo fermi su questi principi”.