48 anni fa il massacro alle Olimpiadi di Monaco di Baviera: il documentario di quattro giovani cuneesi

5 settembre 2020 | 15:40
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Erano le 4.30 del mattino quando un commando dell’organizzazione terroristica palestinese “Settembre Nero” irruppe all’interno degli alloggi destinati agli atleti israeliani del villaggio olimpico: finì in tragedia

Il dramma si consumò il 5 settembre 1972, durante lo svolgimento dei Giochi olimpici estivi di Monaco di Baviera, e oggi, a 48 anni di distanza, quella ferita risulta ancora aperta nel cuore di tutto l’universo sportivo (e non solo).

Erano le 4.30 del mattino quando un commando dell’organizzazione terroristica palestinese “Settembre Nero” irruppe all’interno degli alloggi destinati agli atleti israeliani del villaggio olimpico, uccidendone subito due che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele.

Il successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò, purtroppo alla morte di tutti gli atleti sequestrati e almeno uno di loro, Yossef Romano, fu castrato e violentato dai sequestratori e lasciato morire sotto gli occhi dei suoi compagni.

Ecco, di seguito, i nomi delle undici vittime: David Berger, 28 anni, pesista, nato negli Stati Uniti d’America ed emigrato da poco in Israele; Ze’ev Friedman, 28 anni, pesista, nato in Polonia e sopravvissuto alle persecuzioni razziali; Yossef Gutfreund, 40 anni, arbitro di lotta greco-romana, padre di due figlie; Eliezer Halfin, 24 anni, lottatore, nato in Unione Sovietica, cittadino israeliano da pochi mesi; Yossef Romano, 31 anni, pesista, nato in Libia, padre di tre figli e veterano della Guerra dei Sei Giorni; Amitzur Shapira, 40 anni, allenatore di atletica leggera, nato in Israele, padre di quattro figli; Kehat Shorr, 53 anni, allenatore di tiro a segno, nato in Romania, aveva perso la moglie e una figlia durante le persecuzioni razziali; Mark Slavin, 18 anni, lottatore, nato in Unione Sovietica ed emigrato in Israele nel maggio 1972; André Spitzer, 27 anni, allenatore di scherma, nato in Romania e padre di una bimba di pochi mesi; Yakov Springer, 51 anni, giudice di sollevamento pesi, nato in Polonia e unico sopravvissuto del suo nucleo familiare alle persecuzioni razziali; Moshe Weinberg, 33 anni, allenatore di lotta greco-romana, nato in Israele.

A raccontare la tragedia consumatasi in landa tedesca sono quattro giovani cuneesi attraverso un documentario realizzato per il blog “Coffee and History”. Si tratta di Maddalena Barale, Maria Perla Pirra, Roberto Rossetti ed Ettore Poggi.