Nuova tesi sull’aquila reale

14 agosto 2020 | 09:25
Share0
Nuova tesi sull’aquila reale

Questa tesi vuol proprio essere uno strumento di approfondimento in questa direzione riguardo alla biologia riproduttiva di Aquila chrysaetos, confrontando due macro-aree di orogenesi differente: le Alpi Marittime e l’Appennino Settentrionale, nel dettaglio Appennino Tosco Emiliano

La neo-dottoressa Linda Scalco ha svolto un’interessante tesi di laurea del Corso Magistrale in Ecologia e conservazione della natura dell’Università degli Studi di Parma, Dipartimento di Scienze Chimiche, della vita e della sostenibilità dal titolo “Biologia riproduttiva dell’Aquila reale (Aquila chrysaetos): un confronto tra Parco Naturale delle Alpi Marittime e Appennino Tosco-Emiliano”. E’ stata seguita, per quanto riguarda il nostro Ente dal Dott. Fabiano Sartirana, Funzionario del Servizio Conservazione.

L’Aquila reale Aquila chrysaetos è un rapace di grandi dimensioni che, appartiene all’ordine dei Falconiformes e alla famiglia degli Accipitridae. In Italia sono presenti due specie nidificanti appartenenti al genere Aquila: l’Aquila reale e l’Aquila di Bonelli. La prima è distribuita su tutto il territorio italiano, fatta eccezione per la regione Puglia a causa della scarsità di habitat idonei, invece l’Aquila di Bonelli è nidificante con 22-25 coppie nella sola regione Sicilia. L’Aquila reale in Italia è classificata come “quasi minacciata” e, sebbene oggi la popolazione mostri un incremento, all’inizio del ‘900 ha rischiato l’estinzione soprattutto a causa dell’elevata persecuzione antropica. Un tempo veniva considerata una minaccia dagli allevatori perché si credeva che potesse decimare il bestiame e dai cacciatori in quanto competitore per le stesse prede, per questi è stata notevolmente perseguitata. A partire dalla fine degli anni ’70 tuttavia sono state istituite diverse leggi per proteggere questa specie, fino ad ottenere l’assoluta protezione vietando qualsiasi tipo di persecuzione, dal disturbo al nido fino al prelievo di guano/uova e uccisione di individui. Ad oggi la popolazione si è ripresa notevolmente e viene considerata in buono status ed è tendenzialmente in aumento su suolo europeo, in particolare in Italia considerando il periodo 1980-2013 si è registrato un aumento della popolazione (BirdLife International, 2015).

È importante quindi continuare a studiare e monitorare la specie per poter valutare come evolve nel tempo e individuare le variabili ambientali che portano a successi o insuccessi riproduttivi in modo tale da preservare quei fattori che aumentano la salute dell’Aquila reale. Raccogliere questo tipo di dati non è importante solamente per preservare la specie, ma è utile a comprendere e proteggere tutto l’ecosistema che ruota attorno a questo animale. Questa specie è infatti una specie ombrello e permette quindi di regolare l’ecosistema grazie alla sua funzione di superpredatore. È una specie molto sensibile ai cambiamenti climatici e ai disturbi antropici e in quanto “superpredatore” potrebbe essere un buon indicatore biologico. È inoltre importante avere una certa omogeneità dei dati sebbene sia difficile, essendo un animale elusivo e di difficile monitoraggio, in modo da avere un quadro definitivo della sua fenologia sul territorio nazionale.

Questa tesi vuol proprio essere uno strumento di approfondimento in questa direzione riguardo alla biologia riproduttiva di Aquila chrysaetos, confrontando due macro-aree di orogenesi differente: le Alpi Marittime e l’Appennino Settentrionale, nel dettaglio Appennino Tosco Emiliano. Nello specifico è stato analizzato l’andamento dei parametri riproduttivi in 37 e 23 anni, rispettivamente per l’area alpina e l’area appenninica, considerando le singole coppie e verificando se esiste una differenza delle performance riproduttive tra le due popolazioni. Considerando un unico campione di dati sono stati correlati i parametri riproduttivi con diverse variabili ambientali. E.C.

La tesi è disponibile nella sezione Pubblicazioni del sito internet: clicca qui per scaricarla.