Flavio Briatore: “Non ho mai detto che il Coronavirus non esiste”

28 agosto 2020 | 16:23
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Flavio Briatore: “Non ho mai detto che il Coronavirus non esiste”

L’imprenditore cuneese: “Sono in una stanza da solo. Non prendo ossigeno e non sono intubato. Il virus? Va affrontato, ma non diventi un’ossessione”

Sulle colonne dell’edizione odierna de “La Stampa” campeggia un’intervista a Flavio Briatore, l’imprenditore cuneese ricoverato al “San Raffaele” di Milano e risultato positivo al Coronavirus.

Dal suo letto d’ospedale, mister Billionaire ha dimostrato di non perdere la sua consueta verve: Sono in una stanza da solo. Non prendo ossigeno e non sono intubato, altrimenti sarei un fenomeno, visto che sto parlando al cellulare”.

Briatore ha poi raccontato di aver trascorso “una strana estate, in cui la febbre mi è venuta insieme con un raffreddore già parecchi giorni fa. Oggi però mi sento bene. Non ho nulla di speciale. La temperatura è a posto, respiro bene e sono pure riuscito a lavorare. Anche se mi auguro di uscire presto e, per fortuna, adesso ho una preoccupazione in meno: quella che mio figlio Falco, che ha 10 anni, avesse contratto il virus. Per fortuna stamattina è arrivato il referto dall’ospedale di Montecarlo ed è negativo”.

In merito al focolaio del “Billionaire”, il 70enne sottolinea che “stiamo seguendo ora dopo ora le condizioni di tutti. Stanno tutti bene, a parte un ragazzo che aveva precedenti patologie. Posso solo dirle che non appena è scattato l’allarme abbiamo disposto il tampone per tutti i dipendenti”.

Ma “al Billionaire abbiamo sempre rispettato le regole, facendo entrare il giusto numero di persone. Vedendo come andavano le serate, non bastava contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento: non ci può fare nulla nessuno se fai entrare 100 persone in mille metri quadri e loro stanno tutte appiccicate”

Alla domanda “Pentito di aver fatto il negazionista del Covid?”, mister Billionaire ha infine risposto: “Non ho mai detto che il Covid non esiste. Io sono sempre stato sulla linea del professor Zangrillo, cioè che il virus bisogna affrontarlo, ma non trasformarlo in un’ossessione”.