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Sorveglianza speciale per cuneese con reati sessuali con minori

31 luglio 2020 | 13:56
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Sorveglianza speciale per cuneese con reati sessuali con minori

Sorveglianza speciale disposta dal tribunale di Cuneo per un 41enne del capoluogo responsabile di atti sessuali con minori, pornografia infantile, diffusione di immagini pornografiche. Gli è stato vietato l’utilizzo di internet e gli sono state applicate varie misure per limitarne i movimenti

Il tribunale di Cuneo ha disposto nei confronti di M.C. un 41enne cuneese, la misura della sorveglianza speciale per la durata di 4 anni. Durante tutto questo periodo M.C. ha l’obbligo di soggiorno a Cuneo e la prescrizione di cercare un lavoro e di trovare una residenza dove trascorrere la sorveglianza speciale. Inoltre gli è vietato associarsi con persone con precedenti, non può accedere nei locali pubblici e nei locali di intrattenimento, come teatri e cinema, dopo le 18, non può uscire tra le 21 e le 9 del mattino,  non potrà avere licenze di polizia e detenere armi  e neppure partecipare a riunioni pubbliche. Infine, gli è fatto divieto di utilizzare cellulari, computer e qualunque apparato tecnologico collegabile a internet.

Tutta questa serie di restrizioni severe è giustificata dal fatto che il soggetto in questione è stato condannato più volte ed è sottoposto a 5 provvedimenti penali per reati estremamente odiosi come il compimento di atti sessuali con minori, pornografia infantile, diffusione di immagini pornografiche, reati contro il patrimonio e truffe mescolati con atti con minori, sostituzione di persona e resistenza a pubblico ufficiale.

La proposta di applicare queste misure è stata avanzata dal questore di Cuneo, Emanuele Ricifari, ed è stata approvata dal tribunale di Cuneo con provvedimento del 19 marzo.

Si tratta di un provvedimento di natura preventiva che riconosce la pericolosità del soggetto, incline a commettere questo genere di reati.

Il questore, nel sottolineare la gravità dei reati commessi, ha sottolineato che in Italia sono poche le persone a cui sono applicate queste misure connesse alla sorveglianza speciale.

La domanda che però viene spontanea è: come mai, vista la riconosciuta pericolosità del soggetto, il tipo di reati commessi, la sua recidività, ci si è limitati alla sorveglianza speciale invece che associarlo alle patrie galere, con una pena congrua da scontare?