Oltre 100.000 chiamate al numero verde sul Coronavirus

2 luglio 2020 | 09:36
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Oltre 100.000 chiamate al numero verde sul Coronavirus

Nella fase acuta dell’epidemia, il giorno 10 marzo quello con il maggior numero di chiamate: 5.173

Il numero verde 800.19.20.20, attivato dalla Regione Piemonte all’inizio dell’emergenza Covid-19 per decongestionare l’attività delle centrali uniche di risposta del numero unico di emergenza 112, dal 25 febbraio al 23 giugno ha ricevuto 100.750 telefonate, con un picco, nella fase acuta, di 5.173 chiamate il giorno 10 marzo.

Inizialmente, nella sede di Grugliasco che ospita la centrale operativa 118, la centrale unica di risposta 112 e il servizio di guardia medica di Torino sono state attivate 8 postazioni, che da 12 marzo sono diventate 12, ampliabili a 24. La copertura dei turni di servizio è stata organizzata tramite il personale delle associazioni di volontariato convenzionate con l’Emergenza 118: Anpas- Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze Comitato Regionale del Piemonte, Croce Rossa Italiana- Comitato Regionale del Piemonte, Soccorso dell’Ordine di San Giovanni Italia – Comitato Regionale del Piemonte, Università degli Studi di Torino (studenti dei corsi di Medicina e Chirurgia, del Master di Infermieristica in Emergenza e del Corso magistrale di Scienze infermieristiche ed ostetriche), che l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, ha ringraziato per “un servizio di fondamentale importanza svolto con grande professionalità e dedizione”.

Il servizio sanitario regionale ha garantito il coordinamento dell’attività con i propri operatori, attraverso un modello gestionale della chiamata che ha permesso al personale in servizio di presentare le domande da porre e fornire l’indicazione più corretta per le risposte. Nelle linee guida sono state inserite anche le domande più frequenti e le risposte autorizzate.

Ora sono cambiati gli orari: al numero verde risponde tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 22 personale del servizio sanitario regionale, decisione determinata dalla oggettiva diminuzione delle chiamate giornaliere e dalla necessità di “liberare” i volontari che per 4 mesi hanno garantito la loro presenza in modalità h24. La strutturazione logistica del call-center viene comunque mantenuta “pronta e disponibile” qualora ve ne fosse la necessità: le associazioni di volontariato, come sempre, hanno garantito la disponibilità ad ulteriori azioni di supporto.