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La grotta del Rio Martino di Crissolo è nuovamente aperta ai visitatori

13 luglio 2020 | 10:01
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La grotta del Rio Martino di Crissolo è nuovamente aperta ai visitatori

La grotta è accessibile tutti i sabati e le domeniche con l’accompagnamento di personale specializzato, che avrà la responsabilità di guidare gli escursionisti nel percorso ipogeo.

La Grotta del Rio Martino di Crissolo è nuovamente aperta ai visitatori da ieri, domenica 12 luglio 2020.

La riapertura per la stagione estiva arriva dopo la messa in sicurezza del percorso speleologico e dopo aver stabilito le modalità di fruizione turistica della cavità ipogea, già aggiornate e regolamentate lo scorso anno per la tutela dei pipistrelli svernanti e quest’anno ulteriormente riviste per contenere la diffusione del covid-19.

Gli accessi sono limitati, su prenotazione e prevedono la presenza di un accompagnatore naturalistico qualificato al quale sono affidati il controllo e la sicurezza dei visitatori e che potrà fornire nel contempo informazioni e alcune istruzioni circa le precauzioni da mettere in atto durante e dopo la visita.

La partenza delle visite è fissata alle ore 15 di tutti i sabati e le domeniche fino al 13 settembre, con ritrovo di fronte all’ufficio turistico di Crissolo: da lì partirà la breve escursione necessaria per raggiungere la grotta. Sono indispensabili casco da speleologo e torcia (possibilità di affitto a 4€), maglia, guanti e berretto in pile, una giacca antipioggia, scarpe adatte all’uso outdoor. La partecipazione dei bambini è limitata: l’età minima è fissata a 7 anni e tutti i minori di 12 anni dovranno essere accompagnati da un adulto.

La quota di partecipazione all’escursione e alla visita speleologica è di € 11 a persona. La prenotazione, obbligatoria, si potrà effettuare presso l’Ufficio Turistico di Crissolo, raggiungibile al numero di telefono 371.4126266. L’accompagnamento è a cura dell’Associazione Vesulus.

Si ricorda che dallo scorso anno sono in vigore alcune precauzioni per evitare la diffusione delle spore di un fungo osservato all’interno della grotta, innocuo per gli esseri umani ma che può essere dannoso per i pipistrelli. In particolare, ogni visitatore dovrà seguire, eventualmente con l’assistenza degli accompagnatori, una procedura per pulire a fondo le suole delle calzature utilizzate per l’escursione in grotta, spazzolandole in modo da far cadere eventuali zolle di terra e spruzzandole con alcool prima di riporre le scarpe all’interno di un sacchetto annodato.

Chiunque accederà alla grotta dovrà quindi essere dotato di un secondo paio di calzature, oltre a quelle con cui effettuerà l’escursione: per comodità, il ricambio potrà essere lasciato anche in paese, ma è necessario evitare di risalire sui mezzi di trasporto con le stesse calzature usate nella grotta.

Giunti a casa, i visitatori dovranno inoltre tenere le calzature usate nella grotta in ambiente caldo per almeno una settimana, esponendole in posizione assolata e girate in modo che le suole siano esposte al sole, e di lavare i vestiti utilizzati nella visita, possibilmente a 60 gradi per almeno 20 minuti. In caso di lavaggio a temperatura inferiore, i vestiti dovranno essere messi ad asciugare al sole e non ritirati per almeno una settimana.

Per saperne di più. La Grotta di Rio Martino sorge a 1.530 m s.l.m. sulle pendici della Rocca Grané, accessibile dal ristorante “La Spiaggia” di Crissolo o dal ponte di Riondino. Ricca di concrezioni calcaree, questa cavità ipogea si è formata per l’azione erosiva delle acque dei torrenti subglaciali raccolte in fondo ai crepacci del grande ghiacciaio che ha formato la Valle del Po. Complessivamente è lunga 3.200 m, circondata da sale, pozzi, e gallerie collegate tra di loro di difficile passaggio. Solo il ramo inferiore (lungo 530 m), che termina con la cascata del Pissai, alta oltre 40 m, è privo di grandi difficoltà ed è in parte attrezzato con passerelle che facilitano la visita anche ai visitatori meno esperti. Nella grotta è possibile incontrare numerosi invertebrati e almeno sette diverse specie di chirotteri (pipistrelli) la utilizzano per il letargo invernale: tra le varie specie di pipistrelli, la più numerosa è il Barbastello, specie tipica degli ambienti forestali maturi, con circa 200 individui ma sono state osservate anche decine di altri esemplari tra Vespertilio smarginato, Vespertilio maggiore e Pipistrellus sp.