Operazione Kristall |
Cronaca
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I dettagli del recupero delle opere d’arte rubate

29 luglio 2020 | 14:00
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I dettagli del recupero delle opere d’arte rubate

Come in una spy story, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino hanno recuperato ad Alba le opere d’arte che erano state rubate vent’anni fa scassinando una teca nel museo del vetro Glasmuseum Hentrich di Düsseldorf

Degno di un romanzo giallo ed emozionante come un romanzo d’azione il recupero delle opere d’arte che erano state rubate vent’anni fa scassinando una teca nel museo del vetro Glasmuseum Hentrich di Düsseldorf, in Germania. Le cinque opere d’arte in cristallo, risalenti al XV e XVI secolo e di eccezionale valore storico-artistico sono state recuperate ad Alba dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, in collaborazione coi colleghi delle locali Stazioni di Dego (SV) e Cortemilia al termine dell’operazione denominata “Kristall” che è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti.

Merita di essere descritta. Lo scorso gennaio al museo di Dusseldorf è arrivata una lettera in cui un anonimo riferiva di essere in possesso dei pezzi rubati e di essere disponibile a renderli in seguito al pagamento di un riscatto. Dopo contatti telefonici, nel corso dei quali l’anonimo dice di chiamarsi Kesserling, viene avanzata la richiesta di 200mila euro. Intanto la polizia tedesca ha avviato le sue indagini, ma lo ha fatto in Germania, fuorviata dal cognome Kesserling e dal cellulare tedesco. Dopo ulteriori indagini, però, scopre che l’uomo si chiama Steinecke e vive in Italia, in un’area al confine tra basso Piemonte e Liguria, in Valbormida.

A questo punto, delle indagini vengono incaricati i carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e viene avviata un’operazione sotto copertura per recuperare le opere, fingendo di aderire alla richiesta di riscatto. Dato che la zona indicata per lo scambio è in Piemonte ma a pochi chilometri dal confine con la Liguria, dell’attività viene investito il Nucleo TPC di Torino. I militari, guidati dal tenente colonnello Silvio Mele, proseguono le indagini, coordinati dal pm Laura Deodato della Procura di Asti, che li portano a individuare un cittadino tedesco, Steinecke appunto, da anni in Italia, dove viveva a Gorzegno, paese nel quale non viene però visto da tempo perché, secondo gli abitanti, se ne sarebbe andato a causa di alcuni debiti contratti.

I carabinieri di Dego, ai quali è stata fornita la foto segnaletica dell’uomo, ricordano di averlo già visto durante un servizio di controllo e di averlo fermato a bordo di una Audi blu con targa tedesca intestata a una donna, anche lei tedesca. Dalle intercettazioni telefoniche viene la conferma che l’uomo abita proprio a Dego, in una masseria, e si occupa di cavalli, ed è proprio lui ad aver organizzato lo scambio dei pezzi rubati in un hotel del centro di Alba.

Così il 67enne Thomas Steinecke, viene osservato da lontano uscire di casa a Dego con due grosse borse e dirigersi all’appuntamento a bordo dell’Audi insieme alla 63enne complice e convivente. L’albergo di Alba, come in una vera e propria spy story, è già pieno di militari del Ros che si sono infiltrati tra clienti e personale, con telecamere e microfoni ovunque. Nel momento in cui l’esperto d’arte incaricato dal museo tedesco di controllare l’autenticità delle opere rubate le riconosce, i carabinieri intervengono e arrestano la coppia  in flagranza di reato per tentata  estorsione e ricettazione.

Gli arrestati, entrambi di origine tedesca e incensurati, sono stati trasferiti in carcere ad Asti l’uomo e a Torino la donna. Durante l’interrogatorio di garanzia, Steinecke ha detto al gip Francesca Di Naro della Procura di Asti di aver acquistato quei beni per 200mila franchi a Parigi, quando non era ancora in vigore l’euro, da un collezionista irlandese conosciuto per strada, che a sua volta li avrebbe comprati da un venditore polacco a Cracovia.