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Minori: “Tolti alle famiglie solo quando necessario”

29 giugno 2020 | 16:00
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Minori: “Tolti alle famiglie solo quando necessario”

Audizione in quarta commissione del presidente del Tribunale per i minori Stefano Scovazzo e il procuratore della Repubblica del Tribunale per i minori Emma Avezzù, nell’ambito dei lavori dell’indagine conoscitiva sul sistema regionale di segnalazione e presa in carico dei casi di abuso e maltrattamento sui minori, di allontanamento dai nuclei famigliari di appartenenza e della collocazione in comunità o affido

“L’allontanamento deve avvenire solo quando è necessario, ma è importante che non arrivi quando è troppo tardi. I tempi dei bambini non sono i tempi degli adulti: non vanno protetti solo dagli abusi ma anche dalle carenze educative legate per esempio al fatto di crescere in famiglie che vivono problemi legati alla violenza assistita, alla tossicodipendenza o a malattie psichiche. Non poter contare su un supporto educativo adeguato e sul calore affettivo sufficiente, infatti, è gravissimo per lo sviluppo psicologico”. Lo hanno dichiarato il presidente del Tribunale per i minori Stefano Scovazzo e il procuratore della Repubblica del Tribunale per i minori Emma Avezzù, auditi questa mattina in quarta Commissione, presieduta dal vicepresidente Andrea Cane, nell’ambito dei lavori dell’indagine conoscitiva sul sistema regionale di segnalazione e presa in carico dei casi di abuso e maltrattamento sui minori, di allontanamento dai nuclei famigliari di appartenenza e della collocazione in comunità o affido, alla presenza dell’assessore Maurizio Marrone.

Ai quesiti posti dai consiglieri Monica Canalis (Pd) e Alessandro Stecco (Lega), Avezzù ha risposto – tra l’altro – che “i problemi economici, da soli, non hanno mai determinato l’allontanamento di minori dalla famiglia d’origine, anche se è un dato di fatto che chi ha a che fare con i servizi sociali appartiene nella maggioranza dei casi ai ceti più poveri”.

“La segnalazione di maltrattamenti e di abusi – ha sottolineato – avviene con sempre maggior frequenza dal personale delle forze dell’ordine e degli ospedali piuttosto che dagli operatori dei servizi sociali. Purtroppo accade sempre più spesso che molte donne si rivolgano alle strutture e denuncino situazioni di maltrattamento che si protraggono da anni, a cui hanno esposto anche i figli minori, e che dopo qualche tempo decidano di rientrare in famiglia o di riaccogliere il compagno maltrattante sottovalutando la gravità della situazione, che talvolta può sfociare in femminicidio e nella necessità di proteggere il minore”.

“I servizi sociali e, più in generale, i servizi di tutela dei minori in Piemonte funzionano bene – ha concluso Scovazzo – ed è quindi fisiologico che una maggiore attenzione provochi maggiori interventi. Non si tratta di un dato stravagante, dal momento che è evidente che ove per esempio le forze dell’ordine hanno meno tempo e meno sensibilità per guardare ciò che avviene in strada, diverse realtà rischino di passare inosservate”.