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L’Italia arranca nel digitale in Europa

12 giugno 2020 | 15:17
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L’Italia arranca nel digitale in Europa

Il divario digitale di cui tanto si parla in Piemonte trova riscontro nella valutazione data dalla Comunità europea attraverso l’indice Desi che assegna all’Italia una posizione in bassa classifica per quanto concerne la digitalizzazione

Forse l’emergenza coronavirus che ha fatto scoprire lo smart working, ha imposto necessità come la didattica a distanza e ha obbligato le famiglie a un utilizzo intensivo di internet potrebbe essere la chiave di volta per far progredire il nostro Paese sulla strada della digitalizzazione. Fatto sta che al momento, nonostante nel 2019 ci sia già stato un aumento dell’attenzione su questo tema, l’Italia si colloca ancora al 25º posto tra i Paesi dell’Ue per questo aspetto. E’ quanto emerge dall’edizione 2020 dell’indice Desi, lo strumento utilizzato dalla Commissione europea per monitorare il progresso digitale degli Stati membri. Questo giudizio, che è ovviamente penalizzante per il nostro Paese, tiene conto dei bassi livelli di competenze digitali di base e avanzate, dei ritardi delle imprese, oltre allo scarso utilizzo dei servizi online, compresi quelli pubblici. E per l’Italia si tratta di un passo indietro, dal momento che nel 2019 occupavamo la 19° posizione, anche se con un punteggio Desi più basso.

Nel dettaglio, secondo l’indice Desi, l’Italia registra, rispetto alla media Ue bassi livelli di competenze digitali di base e avanzate, un numero esiguo di specialisti e laureati nel settore Ict, uno scarso utilizzo dei servizi online, compresi quelli pubblici e questo nonostante il Paese si collochi in una posizione relativamente alta nell’offerta di servizi di e-government, infine ritardi delle imprese nell’utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data, e nell’adozione dell’e-commerce.

Lo studio mette ancora in evidenza, e almeno questo è un dato positivo, che nel 2019 è cresciuta l’attenzione politica sul tema, con l’istituzione di un nuovo ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, un nuovo Piano Triennale per l’informatica nella PA e il varo di Impresa 4.0 e Transizione 4.0, dedicati alle aziende.

Detto ciò resta il fatto che restiamo al quart’ultimo posto nell’indice europeo Desi, pur con un forte aumento della connettività al quale però si contrappone l’ultimo posto per quanto riguarda il capitale umano e le competenze digitali mentre siamo al terzultimo posto della classifica europea nell’utilizzo dei servizi digitali, con il 17% della popolazione che non ha mai utilizzato internet.

Sono comunque problematiche che in Piemonte conosciamo molto bene, dal momento che il digital divide, il divario digitale che rappresenta la differenza nella possibilità di utilizzare internet tra le varie aree, è una realtà contro la quale ci scontriamo giornalmente. A farne le spese sono soprattutto le zone di montagna, considerate di scarso interesse economico da parte delle aziende che dovrebbero provvedere alla fornitura del servizio, che ritengono più costoso rendere strutturalmente possibile l’accesso a internet di quanto ne siano soddisfacenti i corrispondenti ricavi. Ed è un problema di cui hanno risentito le famiglie nel momento in cui i ragazzi hanno dovuto seguire le lezioni online, con tutti i fastidi correlati alla frequente mancanza di connessione riscontrate in varie zone.