Le nuove regole per le Rsa

12 giugno 2020 | 09:58
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Le nuove regole per le Rsa

In vista della riapertura delle Rsa la Regione ha stilato una serie di regole ferree sia per gli ospiti delle strutture che per i parenti in visita

Sono state nell’occhio del ciclone per tutta la durata dell’emergenza coronavirus e su molte di esse pende il rischio delle indagini avviate dalle procure di quasi tutto il Piemonte. Si tratta delle Rsa, per le quali sono stilate delle regole ferree per la riapertura. E’ una bozza che deve essere ancora approvata, ma queste sono le norme che dovrebbero essere rispettate:

salvo che per uscite programmate per ragioni sanitarie, gli anziani non potranno uscire per una giornata di festa con i parenti e anche la libertà di festeggiare un compleanno o di permettersi una gita con i figli sarà limitata. In caso di uno strappo alla regola, il rientro nella casa di riposo sarà permesso soltanto con un tampone, con esito negativo, eseguito nelle 48 ore precedenti. E non basta, perché per 14 giorni il nostro nonnino o nonnina sarà isolato, e in quel periodo verrà monitorato dagli operatori con tanto di redazione di un diario medico sulle sue condizioni.

Le indicazioni operative per la ripresa delle attività predisposte dalla Regione sono state inviate a tutte le sigle che riuniscono le 730 strutture del Piemonte, laiche e religiose, alle quali l’assessore Icardi ha chiesto di presentare al più presto osservazioni e richieste di correzioni che, parola di assessore, saranno prese in considerazione prima dell’approvazione della versione definitiva.

Da lunedì prossimo dovrebbero essere nuovamente consentite le visite dei parenti ma anche qui, con regole molto rigide. Le visite, infatti, potranno essere effettuate soltanto su appuntamento e i parenti dovranno sottoporsi a tutte le consuete procedure di sicurezza. E chi entra nella casa di risposo come visitatore dovrà indicare su un apposito registro i propri riferimenti, gli orari, l’ora di ingresso e quella di uscita. Ovviamente tutte le visite saranno registrate sulla cartella clinica e i ricoverati che hanno incontrato un parente saranno osservati speciali per cinque giorni.

Dicevamo della prenotazione della visita: l’operatore della struttura dovrà eseguire un triage telefonico chiedendo ai familiari di compilare un questionario per la valutazione del rischio, senza il quale l’appuntamento non verrà fissato.

Nelle regole imposte c’è spazio anche per le indicazioni sull’utilizzo dell’aria condizionata, che risulta essere una delle domande più frequenti anche negli uffici. Nello specifico ” dovrebbero restare spenti gli impianti di riscaldamento/ raffrescamento per evitare il possibile ricircolo ” . Il personale neoassunto verrà sottoposto a controlli severi con effettuazione di un tampone, che ovviamente deve essere negativo,  e successivo monitoraggio per i primi cinque giorni di attività. Infine, è opportuno che sia definito un percorso di screening permanente sui lavoratori e sarà predisposta una certificazione per le strutture che aderiranno alle norme previste, con tanto di bollino di garanzia da parte dell’Asl di riferimento.

Se l’elenco delle cose da fare o da non fare può suscitare perplessità, lo stesso dicasi per ciò che riguarda il pagamento dei test perché è previsto che entra nei posti pubblici convenzionati effettuerà il tampone gratuitamente, mentre chi accede ai posti privati autorizzati il test dovrà pagarselo…

Tutto troppo rigido? Ovviamente in mezzo c’è la sicurezza delle persone, specie quella degli ospiti di Rsa e case di riposo, ma viene da pensare che se si fossero applicate la metà delle norme in bozza attualmente, forse si sarebbero potuti evitare tanti di quei problemi di cui oggi siamo a conoscenza.