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La Eras Society certifica la Chirurgia del S. Croce

30 giugno 2020 | 10:22
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Il dipartimento di Chirurgia dell’azienda ospedaliera cuneese applica procedure che garantiscono maggior benessere al paziente e dimissioni precoci. Avrà anche un ruolo di formatore per gli altri ospedali 

Cuneo. L’azienda ospedaliera S. Croce e Carle fa scuola in Piemonte e in Italia. Nei giorni scorsi il dipartimento dell’Area Chirurgia diretto da Felice Borghi ha ottenuto la certificazione europea ERAS, un protocollo applicato per ottenere il miglior recupero del paziente dopo un intervento chirurgico, con l’adozione di percorsi e tecniche nelle fasi pre, intra e post operatorie che consentono al paziente una ripresa più rapida.

“Abbiamo iniziato con quello che si chiamava fast track sin dal 2010, sempre con riferimento agli interventi di colon-retto – spiega Borghi – poi si sono aggiunte altre specialità chirurgiche, come la Ginecologia per gli interventi di isterectomia, che otterrà il riconoscimento formale dopo l’ultimo seminario nei prossimi giorni, e l’Urologia, candidata allo stesso percorso, con gli interventi di cistectomia.” Aggiunge il primario della Chirurgia Generale: “E stato un percorso impegnativo, durato un anno, quello che ha portato all’accreditamento, nel corso del quale hanno giocato un ruolo chiave le sinergie tra le diverse Specialità. Oggi siamo primi in Italia e individuati come centro formatore per tutto il Paese.”

I risultati ottenuti prevedono la presa in carico del paziente con l’applicazione di regole e procedure particolari sin dalla fase dell’accesso al CAS (Centro Accoglienza e Servizi), durante il pre-ricovero e il counseling infermieristico, coinvolgendo poi anche il personale di sala e della rianimazione. Anche gli interventi, per oltre l’80% seguono di norma l’applicazione di tecniche mini-invasive, come la laparoscopia o la robotica

La preparazione del paziente segue regole particolari che consentono di ottenere l’esito finale di un maggior benessere, una ripresa più rapida e quindi dimissioni anticipate. Spiega il dottor Borghi: “Non c’è più la preparazione intestinale, che è molto stressante perché disidrata il paziente, soprattutto se è anziano; addirittura mangia prima dell’intervento; è sottoposto all’intervento con un’anestesia mirata, che non dà nausee, quindi nel post-operatorio riesce ad alimentarsi rapidamente; non ha il sondino naso-gastrico né il drenaggio, sospende le flebo rapidamente. Tutto ciò, fa sì che il decorso sia più rapido e con minori complicanze, con dimissioni precoci e meno dolore”. 

Il S. Croce ha un mediana di circa 4 giorni nella dimissione del paziente, mentre sia in Piemonte sia in Italia il termine supera gli 8 giorni. Risultati eccellenti ottenuti con l’applicazione di procedure, mantenute anche nel corso della pandemia da Covid 19.